Come nasce una lingua (parte seconda)?

Anche questa è una storia, ma non ci sono né pirati, né schiavi, né padroni. Ci sono invece dei bambini nati a cavallo di una rivoluzione, che vanno a scuola, per la prima volta.
Il teatro di questa storia è il Nicaragua, all’inizio degli anni ‘80. Il paese veniva da una dittatura durata 40 anni, caratterizzata da povertà diffusa, assenza di meccanismi democratici e violazioni dei diritti umani. Oltre a queste problematiche profonde, mancava anche un sistema educativo per ragazzi e ragazze con bisogni dell’apprendimento specifici, come le persone sorde. Fu in questo contesto che si sviluppò una delle storie più straordinarie della linguistica: la nascita della Lingua dei Segni Nicaraguense (indicata anche come ISN, acronimo di Idioma de Señas de Nicaragua), una lingua creata spontaneamente da quei bambini che, per la prima volta nella storia del Nicaragua, avevano scoperto di essere una comunità di parlanti, o meglio, di segnanti.
Prima della rivoluzione, i bambini sordi in Nicaragua vivevano spesso isolati, privi di accesso a un'istruzione su misura e incapaci di comunicare pienamente con il mondo intorno a loro. Non esisteva una lingua dei segni, e i sordi utilizzavano gesti spesso sviluppati nel contesto della famiglia, non condivisi né trasmessi da una comunità.
Quando venne aperto il Centro di Educazione Speciale di Managua, lì si riunirono per la prima volta decine di bambini sordi, provenienti spesso da zone agricole anche molto distanti tra loro.
I primi tentativi di insegnamento partirono dal linguaggio orale: si insegnava agli allievi la lettura delle labbra o a parlare in spagnolo. Questo approccio, però, non diede grandi risultati: i bambini continuavano a fare fatica a comunicare. Ma quando si incontravano durante le pause, in cortile, a mensa, o sull’autobus, condividevano spontaneamente i gesti che utilizzavano a casa, in famiglia. Da questo repertorio frammentato, prese forma una loro ‘proto-lingua’. Furono loro la prima generazione di segnanti. Dopo di loro, le nuove generazioni di sordi avrebbero avuto a disposizione un tracciato, e soprattutto una comunità.
Chi di voi ha letto la puntata precedente, probabilmente sta pensando a due cose: pidgin e creolo. In effetti, quello che successe in Nicaragua ha molte affinità con quello che è successo nei contesti coloniali nelle Americhe. La prima generazione di segnanti ha messo a punto quello che definiremmo un pidgin, e lo ha reso disponibile per le generazioni successive. È proprio questa evoluzione da ‘lingua di fortuna’ a lingua dotata di parlanti nativi e grammatica, che ha consentito di capire molte cose, non solo rispetto alla ISN, ma rispetto al linguaggio in generale. Molti ricercatori, tra cui Ann Senghas, ne hanno documentato la nascita. Nello studio "Children Creating Language" (2001), i ricercatori raccontano come i bambini più piccoli stavano creando una grammatica. Ad esempio, introducendo meccanismi per esprimere significati come spazio, tempo o il ruolo dei verbi.
Fu sorprendente: la nascita dell’ISN dimostrava che il linguaggio non è un semplice prodotto della cultura o dell'insegnamento, ma anche e soprattutto una capacità intrinseca dell'essere umano. Gli studi successivi di Senghas e colleghi, come "The Emergence of Temporal Language in Nicaraguan Sign Language", rinforzarono questa ipotesi. La lingua diventava più strutturata, sempre più ricca e complessa, mostrando che le regole grammaticali non vengono semplicemente apprese, ma emergono naturalmente quando le persone interagiscono e condividono la necessità di comunicare. Inoltre, molti dei parlanti che erano già adulti e che hanno appreso l’ISN tardi, hanno purtroppo mostrato che esiste un’età critica per l’apprendimento di una lingua e che passato il quale non la si impara più in modo nativo.
L'ISN diventò una "finestra" unica su questo processo, mostrando come le basi del linguaggio possano emergere spontaneamente in una comunità e come il meccanismo di apprendimento che vediamo all’opera nei bambini piccoli sia un momento irripetibile.
Non meno importante fu l’impatto sociale della lingua. L’ISN diede ai bambini sordi una voce e un senso di identità condivisa. Per la prima volta, poterono esprimere pensieri complessi, creare legami sociali profondi e partecipare attivamente alla società. La lingua divenne un pilastro di una nuova cultura sorda nicaraguense, che continua a prosperare ancora oggi.

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