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Essere coerenti è importante anche quando si scrive?

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Essere coerenti è importante anche quando si scrive?
Unità e differenzeCredit: pexels.com | : https://www.pexels.com/photo/tiny-flowers-and-leaves-on-table-4721994 | All rights reserved

Obiettivo formativo in ogni grado dell’istruzione scolastica e preziosa risorsa per interagire con gli altri nel corso della vita, il saper scrivere in modo chiaro ed efficace non significa solo avere idee brillanti e scegliere le parole adatte, ma è, in fondo, una questione di coerenza.

La coerenza, si sa, è un valore indiscusso, una di quelle qualità che apprezziamo in noi stessi e nel prossimo anche in presenza di difetti. Nel discorso politico, parlando di un avversario si sente spesso la frase: “non condivido le sue idee, ma lo rispetto perché coerente con sé stesso”. Cioè a dire: se il mio interlocutore non cambia idea, contraddicendosi in continuazione, lo riconosco, lo metto a fuoco, delineo un’unità di intenti nel suo comportamento e riesco ad attivare i miei percorsi logici, le presupposizioni, le aspettative. In conclusione, la sua coerenza mi consente di capire, di controbattere, di dissentire o concordare e questo schema mi rassicura. Il contrario, l’incoerenza, è invece uno stigma sociale e una persona che predica bene e razzola male è generalmente mal vista, così come è poco stimato chi fa discorsi sconclusionati, risultato di un ragionamento approssimativo che fatichiamo a seguire.

Negli ambiti specialistici, la coerenza conferma la sua centralità: in medicina un parlare incoerente è sintomo di confusione mentale; di fronte a una persona che parla in modo sconnesso, per salti logici e contraddizioni possiamo avvertire un senso di disagio, stentando a trovare le coordinate per interpretare il discorso. Spesso, non capendo, ci ritraiamo.

I fisici, da parte loro, fanno notare che il famoso paradosso della coerenza non dovrebbe essere trascurato nel caso in cui pianificassimo di organizzare un viaggio nel tempo. Come brillantemente esemplificato nel film Ritorno al futuro (1985), se, visitando il passato, incidentalmente impediamo i presupposti della nostra nascita, come abbiamo fatto allora a tornare indietro non essendo mai stati concepiti? Rinviamo l’annosa questione a un altro post e accontentiamoci per ora di affrontare le elucubrazioni dei linguisti.

Nello studio del linguaggio, da circa cinquant’anni si discute di coerenza del testo, soprattutto in riferimento allo scritto. Se nell’oralità possiamo (quasi) sempre interpretare il discorso di qualcuno, ponendo domande in caso di dubbio oppure soffermandoci sul tono di voce e sulla mimica del viso o dei gesti, nella ricezione di un testo scritto ci possiamo affidare solo alla nostra conoscenza dell’argomento trattato e alle parole sul foglio. Tuttavia, questo forte legame con il testo non ci impedirà di imbatterci in passaggi ambigui, polisemici e aperti a interpretazioni multiple. La coerenza per i linguisti è quindi sia il risultato di un prodotto (il testo che abbiamo davanti agli occhi, con le sue parole disposte secondo certe regole sintattiche e semantiche), sia di un processo (il nostro impegno mentale nel decifrare il messaggio, riportandolo a degli script, ovvero alla conoscenza di certi eventi che nel mondo e nella nostra esistenza ricorrono e si ripetono, come, appunto, in un copione).

Di questo binomio, ciò che può essere trasmesso tramite regole è essenzialmente il prodotto. Per questo insegnare a scrivere in modo efficace e chiaro è un obiettivo universale dell’istruzione di ogni grado e particolarmente importante nella scrittura di tipo argomentativo, soprattutto in quella persuasiva, ovvero quella in cui si cerca di convincere il lettore di una certa tesi. L’attenzione dovrà dunque essere rivolta alla coesione del testo e in particolare al modo in cui si suddividono le informazioni (attraverso la punteggiatura), alla giusta scelta dei connettivi di tipo logico argomentativo, al collegamento fra le parti del testo e a un’efficace disposizione delle proprie idee. Ricordiamoci che essere in grado di tenere unito il flusso dei propri ragionamenti, concatenando gli argomenti, a livello scritto, è una competenza comunicativa rilevante in molte professioni, da quelle legali, a quelle giornalistiche, dall’attività di copywriter, a quella della divulgazione scientifica.

E l’incoerenza? Nella lingua scritta è sempre un disvalore? Dipende. In alcuni casi l’incoerenza del discorso può servire a rompere le convenzioni del linguaggio per uscire dai limiti imposti dalla norma. Per maggiori informazioni, rivolgersi a mistici e poeti.

Lorenzo Zanasi

Lorenzo Zanasi

Lorenzo Zanasi è un linguista e un insegnante di italiano come lingua straniera e si occupa di temi legati alla scrittura e al plurilinguismo. Ha lavorato in Francia, Marocco e Sri Lanka e da molti anni vive tra l’ombra delle Alpi e quella del Colosseo.

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Citation

https://doi.org/10.57708/b175150199
Zanasi, L. Essere coerenti è importante anche quando si scrive? https://doi.org/10.57708/B175150199

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