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[IT] Occupazione femminile: quando la maternità è una risorsa

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[IT] Occupazione femminile: quando la maternità è una risorsa
[IT] Occupazione femminile: quando la maternità è una risorsaCredit: CoWomen/Unsplash | All rights reserved

 

Il Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale EaSI – PROGRESS si pone i seguenti obiettivi: migliorare la qualità e sostenibilità dell’occupazione, garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, combattere l’esclusione sociale e la povertà attraverso condizioni di lavoro migliori. Nel 2018, un bando di finanziamento è stato dedicato a progetti che sviluppassero e promuovessero strategie innovative di conciliazione vita-lavoro (‘work-life balance’) volte a supportare l’occupazione femminile e facilitare una più equa condivisione delle responsabilità di cura (di figli, genitori anziani, parenti malati, disabili, ecc.) tra uomini e donne. I fondi sono stati assegnati a tre progetti italiani e un progetto spagnolo.

Il primo progetto italiano, MASP ‘Master parenting in work and life’, valorizza la maternità e, più in generale, la genitorialità come un’esperienza di apprendimento e miglioramento – inconsapevole – di competenze spendibili anche nel mondo del lavoro. Le strategie proposte si basano su due strumenti italiani che stanno raccogliendo ampio successo: MAAM e Family Audit. MAAM (‘Maternity as a Master’) è un metodo formativo che, dal 2015, è supportato da un programma di apprendimento digitale per neo-mamme e neo-papà utilizzato dalle aziende. MAAM allena le competenze relazionali, organizzative e innovative che si acquisiscono e/o sviluppano con la genitorialità al fine di arricchire la propria professionalità e utilizzarle in maniera consapevole nel mondo del lavoro. Ad oggi, MAAM è rivolto a donne in attesa e donne e uomini con figli tra 0 e 3 anni ed è utilizzato in aziende italiane e straniere. Grazie al progetto, uno strumento simile sarà presto disponibile nei Centri per l’Impiego del Trentino e dell’Area Metropolitana di Milano. Family Audit, invece, è uno strumento manageriale volto ad attivare un cambiamento culturale nell’impresa attraverso azioni innovative di work-life balance che vengano incontro ai bisogni dei dipendenti. È un marchio registrato e di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, promosso dall’Agenzia per la Famiglia.

Il secondo progetto italiano, EQW&L ‘Equality for work and life’, mira ad elaborare strategie che facilitino l’accesso al mercato del lavoro a persone disoccupate con vincoli conciliativi e favoriscano un cambio di mentalità e di passo nelle piccole e medie imprese. In questo caso, le strategie conciliative promosse mirano, non solo, a facilitare un bilanciamento tra bisogni aziendali e responsabilità famigliari e di cura dei dipendenti, ma, più in generale, promuovono il benessere e la qualità della vita dei dipendenti.

Il terzo progetto italiano, R.A.F.F.A.E.L. ‘Redesigning activities in a family friendly way in Viterbo’s workplaces’, si basa su una stretta collaborazione fra organizzazioni pubbliche e private e promuove un cambio culturale orientato ad una maggiore condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne attraverso servizi conciliativi offerti nelle aree urbane e rurali della Provincia di Viterbo.

Il progetto spagnolo, MIC ‘Men in Care. Caring masculinities and the role of employers’, valorizza l’uguaglianza di genere sottolineando l’importanza del ruolo che gli uomini possono assumere nelle responsabilità di cura attraverso lo studio di misure conciliative adottate nel mondo del lavoro in sei Paesi (Austria, Francia, Germania, Islanda, Norvegia, Polonia, Slovenia e Spagna).

Gli attori coinvolti in questi progetti sono di varia natura, da amministrazioni locali, centri di ricerca e università, a imprese, sindacati e parti sociali. Le attività di progetto hanno spesso carattere territoriale al fine di coinvolgere direttamente i soggetti destinatari del cambiamento promosso, in primo luogo i datori di lavoro e i disoccupati. Così facendo si vogliono raggiungere risultati tangibili, che abbiano un beneficio diretto sulla vita delle persone, e intangibili, che agevolino un cambiamento culturale e sociale nei confronti di tematiche e responsabilità legate ai carichi di cura e alla maternità.

Ancora una volta l’Unione Europea si mostra sensibile a temi sociali, quale quello dell’uguaglianza di genere, e si fa carico di promuovere valori che spesso e con le dovute eccezioni, come nel caso dei Paesi scandinavi, non trovano spazio nelle politiche sociali nazionali. L’Europa investe sull’Italia e sulla Spagna e, attraverso questi progetti e i loro risultati, incoraggia un dibattito che possa portare a proposte normative europee sulla conciliazione tra vita privata e professionale, che valorizzino la maternità e facilitino il rientro nel mondo del lavoro delle donne con vincoli di cura e che fissino standard minimi applicabili in tutti i Paesi dell’Unione.


Emma Mitrotta was recently awarded a PhD cum laude in International Studies (2019, University of Trento) for her research on the involvement of local actors in the protection and management of transboundary natural resources. She has also taken part in several international and EU-funded projects on biodiversity conservation, water law, and climate change. Since February she has worked as a European Projects Officer at the Employment Agency of the Autonomous Province of Trento, where she coordinates the activities related to the MASP Project. Emma loves to cook and lie on the beach with a good book, but on the weekends she can often be found chasing her husband along mountain trails.

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Citation

https://doi.org/10.57708/b6604181
Mitrotta, E. [IT] Occupazione femminile: quando la maternità è una risorsa. https://doi.org/10.57708/B6604181

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