Il mix genetico della popolazione europea contemporanea è principalmente il risultato del mescolamento di tre gruppi ancestrali: circa 8.000 anni fa i cacciatori-raccoglitori nativi dell’Europa occidentale si sono gradualmente mescolati con i primi coltivatori immigrati dall’Anatolia e, a partire da circa 4.900 anni fa, si sono uniti i pastori delle steppe provenienti dall’Europa orientale.
Nella prima analisi nel materiale genetico di Ötzi erano state trovate tracce di questa popolazione delle steppe che i nuovi risultati, più raffinati, non mostrano più: il campione di allora era stato contaminato da DNA moderno. Dal primo studio non solo le tecnologie di sequenziamento sono progredite enormemente, ma è stato anche decodificato per intero il genoma di molti campioni europei preistorici, spesso provenienti da reperti scheletrici. È stato così possibile confrontare il corredo genetico di Ötzi con quello dei suoi contemporanei e ne è risultato che l’Uomo venuto dal ghiaccio ha una maggior componente genetica di antenati coltivatori rispetto alle centinaia di individui europei preistorici contemporanei a Ötzi di cui è disponibile il genoma. Il team di ricerca ha così concluso che Ötzi proveniva da una popolazione relativamente isolata e con pochi contatti con altri gruppi europei. “Siamo stati molto sorpresi di non trovare tracce di pastori della steppa dell’Europa orientale nel nuovo genoma sequenziato, e anche la percentuale di geni di cacciatori-raccoglitori è molto bassa. Geneticamente sembra che gli antenati di Ötzi provenissero direttamente dall’Anatolia”, spiega Johannes Krause, a capo del Dipartimento di archeogenetica dell’Istituto Max Planck per l’antropologia evolutiva di Lipsia, coautore dello studio.