Patrimonio culturale vivente: ispirazione per uno stile di vita sostenibile
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Patrimonio culturale vivente: ispirazione per uno stile di vita sostenibile
Conclusione del progetto: un team di ricerca guidato da Eurac Research ha raccolto pratiche ed esempi di patrimonio vivente ai confini tra Italia e Svizzera e richiama l’attenzione sul potenziale di questo prezioso patrimonio
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Una delle ultime tre tessiture a mano della Svizzera era sull’orlo del fallimento, ma è riuscita a risollevarsi, ha rivisto la propria gamma di prodotti e le strategie di marketing e ora riesce a offrire agli abitanti della Val Müstair, segnata dall’emigrazione, una prospettiva di lavoro di qualità. La pera Pala dell’Alta Val Venosta, un tempo alimento base, oggi – conosciuta e apprezzata in forma essiccata, distillata come acquavite o usata per fare il pane – unisce ancora diversi gruppi della valle nell’interesse per la secolare varietà e allo stesso tempo crea identità locale. Questi sono solo due dei 25 esempi di patrimonio culturale vivente raccolti da un team di ricerca guidato da Eurac Research nel progetto Living Intangible Cultural Heritage nell’area di confine tra Italia e Svizzera. L’obiettivo era quello di far conoscere la diversità e la ricchezza di questo patrimonio culturale. L’evento finale con tutti i partner del progetto si è svolto venerdì 25 novembre 2022 a Glorenza.
Per le persone stesse che conservano e tramandano conoscenze secolari e pratiche tradizionali, si tratta di una “semplice” parte della loro vita quotidiana, come racconta Ricarda Schmidt di Eurac Research, responsabile del progetto. “Nessuno ha ancora detto loro che quello che fanno è parte del patrimonio culturale vivente per la cui conservazione e trasmissione c'è, o dovrebbe esserci, un interesse da parte della società nel suo complesso”, afferma Schmidt. È qui che entra in gioco il progetto: una mostra itinerante che ritrae 26 “custodi di ricchezza” e che, dal 15 luglio al 16 dicembre 2022, ha fatto tappa in Val Venosta, in Svizzera e a Bolzano. La mostra ha reso visibile il patrimonio culturale vivente della regione e ha creato le basi per un vivace scambio e per la valorizzazione delle conoscenze, delle usanze e delle pratiche tramandate. Utilizzando l’esempio della pera Pala, la ricercatrice ha accompagnato un intero processo di sviluppo che intende creare nuove prospettive collaborando con diversi gruppi di interesse: comitato della pera Pala, cooperativa di Comunità Alta Val Venosta, proprietari di alberi, panifici, distillerie, commercianti e chi si occupa dei trasformati. La sopravvivenza di questa varietà di pere antiche, così caratteristica della Val Venosta, è messa in pericolo dal fatto che gli alberi a dimora sono molto vecchi e non ne vengono piantati di nuovi. Questo perché la cura dell’albero è laboriosa: deve essere potato regolarmente, il che comporta costi considerevoli. Anche la raccolta annuale è difficile e di solito è gestibile solo con una piattaforma elevatrice, poiché gli alberi di pera Pala sono alti fino a 20 metri. Inoltre, la pera stessa non può essere conservata o immagazzinata a lungo. Tuttavia, molti abitanti della valle non riescono a immaginarla senza alberi di pera Pala. Nuove idee sono state sviluppate in un vivace dibattito, che si è svolto anche oltre i confini della Val Venosta, in Svizzera e anche in Germania. Il risultato è che, in un sito tra Glorenza e Montechiaro, verrà allestito un vivaio in cui saranno coltivate cento piantine di pera Pala (talee di vecchi alberi). In riferimento all’antica tradizione di piantare un albero di pera Pala per la nascita di un bambino, gli alberi saranno poi regalati ai nonni e ai loro nipoti. “La componente emotiva è importante, perché un albero che hai piantato con tuo nonno o tua nonna non è qualcosa che puoi sradicare di nuovo così facilmente”, sottolinea Schmidt. “Il valore di questa pera è molto più che monetario, ha a che fare con l’identità locale e la caratteristica distintiva di una regione e come tale, proprio come tutti gli altri esempi di patrimonio culturale vivente, ha un enorme potenziale, che abbiamo voluto rendere visibile con questo progetto”. Oltre a Eurac Research, i partner del progetto Interreg Italia-Svizzera “Living Intangible Cultural Heritage” sono: Regione Lombardia, Regione Valle d’Aosta e Polo Poschiavo. La mostra “Custodi di ricchezza” può essere visitata in Eurac Research, in viale Druso 1 a Bolzano, fino al 16 dicembre 2022. La pubblicazione sulla mostra sarà disponibile a febbraio 2023.
I ritratti e le interviste ai “custodi di ricchezza” sono disponibili anche online al link: https://www.eurac.edu/it/blogs/tags/custodi-di-ricchezza
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