Un'estate tra le nuvole
Ogni anno, per le famiglie con bambini, si presenta puntualmente la solita questione … come fare durante i tre mesi abbondanti di chiusura delle scuole se i genitori lavorano entrambi?
Quando l’estate non è ancora alle porte mamme e papà già iniziano a pensare a come gestire le vacanze estive per conciliare lavoro e famiglia. Congedi parentali per chi ne ha, scuole estive, nonni e zii se disponibili, o vacanze separate se non si arriva a coprire il lungo periodo di vacanza. Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, il tutto è condito da molta incertezza e quindi poco anticipo per organizzarsi. In più c’è la paura di un eventuale contagio, molte donne sono sole nell’ammortizzare le conseguenze dell’emergenza, e i bambini dopo il lockdown hanno tanta voglia di stare insieme e di spensieratezza. Per non poche famiglie si devono fare i conti anche con minori disponibilità economiche e c’è il rischio di aumentare il divario tra le fasce più agiate e quelle più deboli.
Tennis, vela, equitazione … le offerte sono sempre ricche e stimolanti, ma si è sempre di corsa per arrivare in orario all’inizio delle attività. La giornata è ben scandita, forse troppo per avere il tempo di familiarizzare con i nuovi amici.
L’esperienza che sto per raccontare non nasce a seguito dell’emergenza covid, ma risale agli anni precedenti, a seguito di una dieta speciale da seguire rigorosamente. Dopo aver cercato con molta fatica e scarsi risultati di soddisfare questa esigenza tra le varie proposte estive già esistenti, nasce l’idea di auto-organizzarsi. D’altronde non siamo i soli a dover far fronte a questo lungo periodo che rischia di trasformarsi ancora in una corsa, stress per genitori e bambini, compilazione di moduli di iscrizione, richieste di anticipo e posticipo …
È così che cinque famiglie uniscono le forze et voilà due settimane si sono subito auto-organizzate. Occorrono: un giorno di ferie per ogni genitore, un doodle per stabilire i turni, fiducia, desiderio di trascorrere una giornata intera con i bambini propri e altrui, predisposizione all’ascolto, inventiva, disponibilità a cucinare per tutti e a venire incontro alle diverse esigenze del gruppo. Così non solo si riesce a coprire una parte del periodo estivo senza troppe scartoffie o moduli online, ma soprattutto si può recuperare un tempo per noi e i nostri figli, dedicandoci un ritmo più lento, più a misura di bambino, più semplice e a contatto con la natura.
Un’esperienza questa, come altre che stanno nascendo spontaneamente in tempo di covid, che può essere di stimolo e di aiuto per conciliare famiglia e lavoro nel prossimo periodo, perché favorisce il piccolo gruppo senza rinunciare alle relazioni. Inoltre, le famiglie che decidono di collaborare sono quelle che solitamente già si frequentano per rapporti di parentela o di amicizia, contenendo quindi ulteriormente il rischio di contagio.
Gli imprevisti non mancano: ad esempio come fare se un bambino si ammala? Consultato il pediatra ed escluso che si tratti di coronavirus, valgono il buon senso e la solidarietà. Si cerca di riorganizzare il calendario e ci si attiva con la rete di aiuti a cui ognuno si affida in caso di difficoltà.
E tra una gita al torrente, la costruzione di un erbario e una partita a carte, si apprezzano anche gli effetti secondari di questa iniziativa: si creano preziose alleanze tra famiglie, si fa rete imparando ad aiutarsi e a sostenersi, nascono o si consolidano amicizie, si rendono protagonisti anche i papà ripartendosi equamente i compiti, ci si diverte un mondo, a volte si litiga, strada facendo nascono nuove idee … E se fuori piove si può riscoprire il valore della noia.
Il tutto a costo zero, anzi con un grande arricchimento per tutti!
Vanno
Vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri.
– Fabrizio De André –
Federica Maino si occupa di sviluppo regionale delle aree montane, con una particolare attenzione alle metodologie partecipate e alla gestione dei conflitti. Nel lavoro, ma più in generale nella vita quotidiana, ama favorire con arte maieutica l’apprendimento, l’innovazione e la cooperazione tra le persone. |
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