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Cibo in movimento – Il ruolo dell’ingrosso dell'Alto Adige per un'alimentazione sostenibile

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Glückert Lion NepomukSamuele Fabbri
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Cibo in movimento – Il ruolo dell’ingrosso dell'Alto Adige per un'alimentazione sostenibile
I ricercatori Verena Kircher e Samuele Fabbri in visita da Werner Gramm presso la Gramm AG a Bolzano Credit: Eurac ResearchCredit: Eurac Research

La sicurezza alimentare e i sistemi alimentari sostenibili vanno ben oltre la semplice produzione agricola. Non sono solo la produzione agricola e i supermercati a modellare il sistema alimentare: anche chi opera nel "cuore" della filiera – come la trasformazione, il commercio e la ristorazione – ha un ruolo chiave nell'influenzare l'intero sistema di approvvigionamento locale. Questi settori non agiscono in modo isolato, ma sono inseriti in una complessa rete di interazioni sociali e reciproche interdipendenze.

Nel progetto di ricerca NEST (Sistema Alimentare Sostenibile dell'Alto Adige) dell'Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research, il commercio all'ingrosso riveste un ruolo chiave nel sistema alimentare. Funge da anello di congiunzione, è specializzato nella logistica e nel marketing, e permette un approvvigionamento flessibile, oltre a garantire qualità e quantità per il settore della ristorazione. Inoltre, grazie ai continui feedback ricevuti dagli altri attori lungo la filiera, il commercio all'ingrosso è in grado di orientare la produzione in modo più mirato, mentre l'economia di scala può favorire pratiche di logistica sostenibili, come l'utilizzo di imballaggi riutilizzabili standardizzati. Il progetto NEST si propone di rendere il sistema alimentare della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige più sostenibile, equo e regionale. Per raggiungere questo obiettivo, sono state condotte 78 interviste lungo la rete di approvvigionamento locale, tra cui cinque aziende di commercio all’ingrosso e cinque cooperative. Inoltre, è stata organizzata una conversazione con Werner Gramm, presidente dei grossisti Unione commercio turismo servizi Alto Adige (hds), per approfondire ulteriormente il tema.

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Abseits der Direktvermarktung von Landwirtschaft zu Gastronomie (1) stehen lokale Logistikbetriebe oder Genossenschaften als zentrale Knoten im Netzwerk, über die Warenströme in die Gastronomie fließen (2-4). Quelle: NEST BerichtCredit: NEST | All rights reserved
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Oltre alla vendita diretta dall'agricoltura alla ristorazione (1), le imprese di logistica locali e le cooperative rappresentano nodi fondamentali nella rete, attraverso cui i flussi di merci raggiungono la ristorazione (2-4). Fonte: NEST Bericht (in versione tedesca)Credit: NEST | All rights reserved

Il commercio all’ingrosso in Alto Adige rappresenta ben più di un semplice nodo logistico: è un protagonista fondamentale nella creazione di un sistema alimentare sostenibile e resiliente. Grazie alla sua competenza nel settore logistico, consente alla produzione locale di focalizzarsi sulle loro attività principali. Il settore all’ingrosso aggrega prodotti e consegne, contribuendo così a ridurre i trasporti alimentari, le emissioni e altre esternalità come l’usura dei veicoli, il traffico e i rischi legati alla circolazione. Allo stesso tempo, questa centralizzazione rende più trasparente la disponibilità dei prodotti destinati al commercio al dettaglio, alla ristorazione e al consumo privato.

Il commercio all’ingrosso altoatesino sta iniziando a introdurre pratiche ecologiche, come l’uso di imballaggi riutilizzabili, e a promuovere prodotti locali e biologici. Tuttavia, il successo di queste iniziative dipende molto dal numero di aziende coinvolte, un aspetto che nella provincia di Bolzano offre ancora un ampio margine di crescita.

La sostenibilità dei prodotti in commercio non si misura solo in base al luogo di produzione. Dalle nostre interviste con l’ingrosso è emerso in modo unanime che, più del "dove", conta il "come" vengano prodotti gli alimenti. In altre parole, il tipo di prodotto offerto e la sua provenienza sono meno rilevanti rispetto ad aspetti come l'impatto ecologico o fattori organizzativi come la pianificazione dei menu e delle coltivazioni, o la frequenza delle consegne, che possono incidere positivamente sull’impronta ecologica di un prodotto. Inoltre, i ristoranti hanno spesso difficoltà a fare affidamento esclusivamente su prodotti locali, poiché l'offerta è limitata e i costi (al momento) sono ancora elevati. Una logistica più intelligente potrebbe fare la differenza, ma richiede una buona pianificazione e, possibilmente, incentivi per le aziende che adottano pratiche sostenibili.

Molti ristoranti hanno ormai uno spazio molto limitato per il magazzino, poiché le vecchie cantine sono state trasformate in aree wellness. Questo comporta consegne più frequenti e volumi ridotti.

Werner Gramm

Tuttavia, come sottolinea Werner Gramm dell'Unione commercio turismo servizi dell'Alto Adige, la realtà è ben diversa. Molti ristoranti hanno ormai uno spazio molto limitato per il magazzino, poiché le vecchie cantine sono state trasformate in aree wellness. Questo comporta consegne più frequenti e volumi ridotti. I tentativi di ridurre il numero di consegne – ad esempio tramite incentivi come programmi bonus – espongono il commercio all’ingrosso a una forte concorrenza, poiché la clientela potrebbe facilmente rivolgersi ad aziende più flessibili. Inoltre, regolamentazioni come le restrizioni per i camion nelle aree urbane, introdotte a tutela dei residenti, complicano ulteriormente le strategie di razionalizzazione della logistica. Consegne più grandi ma meno frequenti, tuttavia, porterebbero notevoli vantaggi ambientali.

Gramm mette in evidenza la crescente necessità di ridurre i rifiuti da imballaggio, soprattutto quelli in plastica. Sebbene l’UE incoraggi l’adozione di alternative più sostenibili, queste sono spesso più costose e difficili da implementare. L’industria della trasformazione si trova a dover affrontare una sorta di "dipendenza dal percorso", che rende economicamente complesso il passaggio a imballaggi riciclabili o riutilizzabili. Questo è particolarmente vero per quei prodotti che richiedono necessariamente un confezionamento individuale, come lo yogurt, un alimento molto diffuso in Alto Adige, con ben tre milioni di vasetti prodotti ogni giorno . La sfida principale è trovare un equilibrio tra pratiche sostenibili e le esigenze operative della produzione e distribuzione.

L’espansione dell’offerta di prodotti regionali e sostenibili nella ristorazione altoatesina è complicata dal divario tra la capacità produttiva limitata e la scarsa diversità dell’agricoltura locale, e dalla domanda fluttuante del settore gastronomico. Certificazioni come Bio o Fair Trade risultano interessanti per la clientela, ma non sempre vengono messe al primo posto. Nonostante l'atteggiamento sempre più positivo nei confronti dei prodotti sostenibili, questo non si riflette sui consumi. Un fenomeno noto come "Attitude-Intention-Behavior Gap" . La distanza tra gli obiettivi di sostenibilità e le realtà logistiche è ancora grande, ma non insuperabile. Come ritiene Gramm, una collaborazione stretta lungo tutta la filiera è fondamentale per affrontare insieme questa trasformazione.

Gramm sottolinea che l’ingrosso sarà disposto ad adattarsi non appena, dal lato del consumo, si sceglieranno soluzioni sostenibili e innovative al posto del più comodo "business as usual". La logistica si trova quindi costantemente a bilanciare sostenibilità ed esigenze della clientela. Le nostre interviste, tuttavia, mostrano come singole aziende d’ingrosso e cooperative abbiano già iniziato, volontariamente e internamente, ad adottare misure sostenibili che vanno oltre il semplice prodotto, misure che potrebbero essere estese a tutto il sistema alimentare. Sebbene il commercio all’ingrosso sia indubbiamente il protagonista più grande di questa rete, anche le piccole imprese hanno un ruolo importante. Alla fine, anche le nostre scelte di acquisto quotidiane contribuiscono, sebbene solo in minima parte, a determinare quali prodotti arriveranno domani sulle tavole, sugli scaffali e nei campi dell’Alto Adige.

Glückert Lion Nepomuk

Glückert Lion Nepomuk

Nach seinem Studium an der Freien Universität Bozen hat Lion Glückert sich nicht die Frage stellen müssen zu bleiben oder zu gehen. In der Arbeit und privat interagiert er in der Schnittstelle zwischen italienischer und deutschsprachiger Kultur und urbanen und ländlichen Räumen. Als Mitarbeiter der Forschungsgruppe Rural Resources des Instituts für Regionalentwicklung arbeitet und forscht er an regionalen Ernährungssystemen und nachhaltig-produktiven Prozessen. Ihn faszinieren lokale Strukturen und globale Trends, und er versucht aus beiden zu lernen. Im Moment macht er seinen Master zu Internationalen Studien an der Universität Trient.

Samuele Fabbri

Samuele Fabbri

Samuele Fabbri studia Scienze agrarie, degli Alimentari e dell'Ambiente montano presso la Libera Università di Bolzano. Lavora come tirocinante presso l'Istituto per lo Sviluppo Regionale nel Gruppo di Ricerca sulle Risorse Rurali. I suoi interessi di ricerca includono l'economia del cibo sostenibile, la sicurezza e la sovranità alimentare, oltre ai sistemi agroalimentari antichi e indigeni.

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https://doi.org/10.57708/bgqn5lnsfsvavoxb0t3zqrq
Glückert, L. N., & Fabbri, S. Cibo in movimento – Il ruolo dell’ingrosso dell'Alto Adige per un'alimentazione sostenibile. https://doi.org/10.57708/BGQN5LNSFSVAVOXB0T3ZQRQ

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