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Alto Adige: (dis)connessioni ecologiche

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Peter LanerVettorazzo Vittoria
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Alto Adige: (dis)connessioni ecologiche
Credit: Laner Peter (2022) | All rights reserved

In tutto l’arco alpino negli ultimi decenni sono stati elaborati piani per realizzare delle reti di connessioni ecologiche a livello nazionale e regionale. L’Alto Adige rimane una delle ultime regioni italiane a non aver ancora elaborato una pianificazione del concetto di rete ecologica. Grazie al progetto transalpino PlanToConnect, sarà possibile colmare questa lacuna.

Lungo l’arco alpino sono presenti numerose aree ricche di biodiversità formate da fiumi, zone umide, prati e foreste, all'interno delle quali vive una grande quantità e varietà di specie animali e vegetali. La connessione fisica tra queste aree è fondamentale per le loro attività vitali ed il loro benessere, ma soprattutto per permetterne la dispersione in nuovi territori. La dispersione riveste un ruolo ecologico fondamentale per tante specie animali: permette la ricerca di nuovi habitat e di conseguenza favorisce l’adattamento ai cambiamenti climatici, ma soprattutto agevola la riproduzione tra gli individui, sostenendo la diversità e la variabilità genetica.

La mancanza di una rete di connessione tra le varie aree naturali provoca un paesaggio altamente frammentato che isola fisicamente le popolazioni di specie selvatiche che ci vivono dalle altre. Proprio per questo, la creazione di una rete ecologica riveste un ruolo importante nel tutelare la biodiversità, favorendo il continuum ecologico e la salute del sistema natura. Le connessioni verdi non sono solo significative per le specie animali e vegetali, ma possono anche essere a favore dell’uomo. Per esempio, l’elevato numero di incidenti stradali con la fauna selvatica che viene rilevato ogni anno in Alto Adige, ha portato alla proposta di costruire un ponte verde come sovrappassaggio della fauna in Val Pusteria. Grazie a questa infrastruttura verde, viene garantita al tempo stesso la salute della fauna selvatica e la sicurezza degli automobilisti.

Le barriere che mantengono l’attuale isolamento sono principalmente di natura antropica e comprendono gli insediamenti urbani, le infrastrutture turistiche, le strade e autostrade, le ferrovie, i campi di pannelli solari e la monocoltura intensiva che provoca omogeneità ambientale (Fig. 1).

Credit: Plentn / Wikipedia | All rights reserved

Per ripristinare, o favorire, lo sviluppo di una rete ecologica e ridurre gli effetti delle barriere antropiche esistono diverse opzioni, indicate anche nella Figura 2:

  • Migliorare la qualità dei siti attuali attraverso una migliore gestione degli habitat
  • Aumentare le dimensioni degli attuali siti faunistici. (b,c) e creare nuovi siti. (f)
  • Ridurre le pressioni antropiche sulla fauna selvatica migliorando l'ambiente più ampio, anche attraverso buffer zones (aree cuscinetto) per la fauna selvatica. (g, h)
  • Migliorare i collegamenti tra i siti o unirli, sia tramite corridoi fisici, sia tramite una serie di piccoli habitat in cui le specie possono temporaneamente sostare e cibarsi. (d, e)
altCredit: Lawton et al. 2010 | All rights reserved
Figura 2: Opzioni per migliorare le reti ecologiche

Pianificare le connessioni verdi

Attualmente nei sistemi di pianificazione dell’Alto Adige è stato riscontrato un problema: essa è una delle ultime regioni dello Spazio Alpino a non aver ancora una pianificazione territoriale che integri il concetto delle reti ecologiche a livello regionale. Allo stesso tempo, non è possibile riferirsi al concetto a livello nazionale perché in Italia tale tematica è di competenza delle Regioni e delle Province a Statuto Speciale. Non esiste, quindi, in Italia, un Piano Nazionale per la Connettività Ecologica.

L'impegno per la creazione di una rete tra le varie aree naturali riceve pressioni a livello mondiale dalla Convenzione sulla Diversità Biologica delle Nazioni Unite. Questa promuove l'integrazione dei temi del cambiamento dell'uso del suolo, la protezione degli hotspot di biodiversità entro il 2030 e il ripristino dell'integrità ecologica e della connettività. A livello europeo la Direttiva Habitat (articolo 10) sottolinea l’importanza dell'impegno degli Stati membri nel promuovere gli elementi del paesaggio che favoriscono le connessioni verdi. Inoltre, la Strategia Europea per la Biodiversità mira a proteggere il 30% del territorio e richiede agli Stati membri di dimostrare l’integrazione dei corridoi ecologici nella legislazione nazionale per contribuire a una rete ecologica trans-europea (TEN-N).

Proprio per questo è importante che a livello comunale vengano elaborati i Programmi di Sviluppo Comunale come strumenti di pianificazione a lungo termine per lo sviluppo del territorio, definendo i futuri terreni edificabili e gi spazi aperti in un comune almeno per i prossimi dieci anni.

Infatti, sono gli stessi uffici di pianificazione territoriale e gli studi di architettura che chiedono supporto ai ricercatori di Eurac Research su come considerare e sviluppare la rete ecologica. Il piano comunale si sviluppa secondo le linee guida del Piano Strategico Provinciale (PSP), il quale definisce gli obiettivi dello sviluppo territoriale della Provincia nel medio e lungo termine, l'aggiornamento è previsto per i prossimi mesi.

Il caso dell'Alto Adige

Proprio a causa di questa lacuna di pianificazione l’intera area dell’Alto Adige è diventata un caso studio per il progetto Europeo Interreg Alpine Space PlanToConnect. Il progetto si occupa principalmente di investigare se il tema dei corridoi transnazionali e dei collegamenti di habitat critici per preservare la biodiversità alpina sia tenuto in considerazione in fase di pianificazione spaziale e paesaggistica nell’area EUSALP.

Alcune zone dell’Alto Adige risultano sfavorevoli alla connettività delle aree più naturali, in quanto gli insediamenti antropici si sono sviluppati soprattutto nei fondivalle contribuendo alla frammentazione degli habitat, in particolare lungo la Val d’Adige.

Nell’ambito del progetto PlanToConnect sono stati identificati i collegamenti ecologici considerati più importanti della regione altoatesina, sia a livello locale, che per quanto riguarda la connettività ecologica alpina. Il primo è collocato tra i parchi naturali di Fanes – Sennes – Braies e Vedrette di Ries – Aurina è stato assegnato una delle più alte priorità nelle Alpi. Un altro attraversamento è presente nella valle tra il Parco Naturale del Monte Corno e la catena della Mendola sul versante occidentale e rappresenterebbe uno dei collegamenti più importanti della regione alpina. Inoltre, un collegamento nord-sud nella Val Venosta tra il Parco Nazionale dello Stelvio e il Gruppo di Tessa è molto importante per una rete ecologica coerente a livello alpino (Fig. 3).

altCredit: Laner Peter | All rights reserved
Figura 3: Collegamenti importanti in Alto Adige per una rete ecologica coerente a livello alpino

Le attività del progetto

Il progetto PlanToConnect analizza il tema della connettività ecologica dalla prospettiva della sua integrazione nelle politiche e nei sistemi di pianificazione territoriale nello Spazio Alpino. In questo modo sarà possibile vedere le connessioni più importanti a livello alpino, potendo così analizzare quali sono i collegamenti già esistenti, quali potrebbero essere quelli potenziali ed il loro stato attuale.

A livello provinciale si cerca di creare un gruppo di lavoro composto da vari attori, che sono coinvolto nel processo di analisi discutendo i dati raccolti e i relativi risultati. Inoltre, si capirà se il gruppo potrebbe continuare in maniera autonoma dopo la fine del progetto. Verrà elaborata una proposta tecnica della rete ecologica provinciale che servirà ai pianificatori del territorio e del paesaggio e ad altri tecnici per integrarla nei piani comunali.

I primi risultati sono disponibili all’interno della pagina del progetto e nella “Story Map” interattiva e navigabile, aperta a tutti gli utenti interessati. Grazie a PlanToConnect, l'integrazione di un nuovo concetto di connettività ecologica nei piani territoriali contribuirà a fornire una maggiore tutela agli habitat naturali, alle specie selvatiche, e ai collegamenti ecologici. L’obiettivo è di trasferire il concetto di rete ecologica nel nuovo piano provinciale, nel portale ufficiale per dati geografici della provincia (Geobrowser e GeoCatalogo), e possibilmente nelle nuove linee guida del paesaggio.

Eurac Research, come partner beneficiario di PlanToConnect, è fiera di ospitare la conferenza finale del progetto, che si terrà ad ottobre del prossimo anno (2025) a Bolzano nella sede principale.

Link del progetto

Peter Laner

Peter Laner

Peter Laner si è laureato in pianificazione territoriale presso il Politecnico di Vienna. I suoi principali interessi di ricerca si concentrano sulla pianificazione integrata del territorio per la salvaguardia degli spazi aperti alpini e la connettività ecologica.

Vettorazzo Vittoria

Vettorazzo Vittoria

Vittoria Vettorazzo ha conseguito la laurea magistrale in urbanistica presso l'Università IUAV di Venezia. Adesso fa parte del gruppo di ricerca dell'Istituto per lo Sviluppo Regionale "Human-Environmental Interaction" di Eurac Research. È interessata alle interazioni tra persone, ambiente costruito e naturale.

Citation

https://doi.org/10.57708/bfh8_jibwrdcqacuhlnznza
Laner, P., & Vettorazzo, V. Alto Adige: (dis)connessioni ecologiche . https://doi.org/10.57708/BFH8_JIBWRDCQACUHLNZNZA

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