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Trasporti stradali e qualità dell’aria: necessari strumenti strategici per una mobilità più sostenibile?

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Trasporti stradali e qualità dell’aria: necessari strumenti strategici per una mobilità più sostenibile?
Trasporti stradali e qualità dell’aria: necessari strumenti strategici per una mobilità più sostenibile?Credit: | All rights reserved

La mobilità svolge un ruolo chiave nell’economia dell’Unione Europea (UE). Il settore dei trasporti è ancora fortemente legato ai combustibili fossili e la sua incidenza a livello ambientale è un aspetto che negli ultimi anni ha assunto un’importanza sempre maggiore. Il sistema dei trasporti dà origine ad esternalità sia positive, sia negative, che possono essere espresse in termini monetari, quantificabili in costi esterni. Fra le esternalità negative l’inquinamento ambientale ne è un esempio significativo. È riconosciuto infatti come i trasporti siano una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas serra. A livello di UE-28, i costi esterni totali legati al trasporto stradale, ferroviario, fluviale, aereo e marittimo, corrispondono al 4,8% del PIL continentale. In questo contesto, il trasporto su strada è la modalità predominante che causa i costi esterni più elevati.

Qual è stato l’effetto del lockdown sulla qualità dell’aria durante l’emergenza coronavirus?

In seguito alle misure introdotte dal governo italiano per l’emergenza COVID-19 durante la fase di lockdown, recenti studi hanno rilevato come si sia registrata una significativa diminuzione degli inquinanti in atmosfera, collegabile all’effetto delle limitazioni degli spostamenti di persone e merci. Nella pianura padana, ad esempio, sono state calcolate riduzioni tra il 40 e il 50% di biossido di azoto (NO2). Tali risultati, seppur in misura differente, sono stati rilevati anche nella Provincia Autonoma di Bolzano/Bozen: l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e tutela del clima di Bolzanoha effettuato uno studio comparativo degli inquinanti legati al traffico, analizzando i dati rilevati da gennaio ad aprile 2020 per il biossido di azoto (NO2), il monossido di azoto (NO) e le polveri sottili (PM10) e comparandoli con quelli registrati nel medesimo arco temporale degli ultimi 10 anni. I risultati hanno confermato come le limitazioni imposte agli spostamenti abbiano portato, a partire da metà febbraio 2020, ad un progressivo calo del traffico ma anche ad una conseguente diminuzione degli inquinanti atmosferici e ad un miglioramento della qualità dell’aria. Il valore medio di NO2 si è dimezzato sia a Merano, sia a Bolzano, rispetto allo stesso periodo dei dieci anni precedenti. La concentrazione di NO si è ridotta a un terzo, mentre le emissioni di PM10 sono rimaste sostanzialmente invariate. Con l’avvio della fase 2 dell’emergenza e delle conseguenti aperture e spostamenti, si è registrato un aumento delle emissioni da traffico. I dati rilevati durante i mesi di lockdown portano quindi a riflettere sul legame tra traffico veicolare e qualità dell’aria.

A fronte di questi risultati, cosa ci si aspetta dal prossimo futuro? Quali politiche e misure possiamo attuare per ridurre la pressione ambientale causata dal settore dei trasporti?

Le tematiche legate al rapporto tra mobilità e ambiente ed agli spostamenti di persone e merci in tempi di emergenza sanitaria richiedono l’esigenza di attivare misure coerenti con i principi della mobilità sostenibile. Inoltre, l’esperienza maturata durante quest’ultimo periodo di criticità a livello sanitario dovrebbe stimolarci ulteriormente ad attivare misure volte a ridurre l’inquinamento ambientale, anche in tempi di non emergenza sanitaria.

Incentivare l’uso della bicicletta, la pedonalità e le altre forme di micro-mobilità grazie alla realizzazione di una rete ciclo-pedonale in grado di offrire ai cittadini un’alternativa per gli spostamenti urbani, è una valida misura da sviluppare nel breve periodo. Un esempio in tal senso è l’introduzione di sistemi premianti con crediti di mobilità (ad esempio incentivi, premi o offerte personalizzate) in base ai chilometri percorsi in bicicletta, che stimolino maggiormente l’utente all’utilizzo di tale mezzo di trasporto. Allargare la sharing mobility grazie all’attivazione di servizi per spostarsi in autonomia (come bike sharing o van sharing elettrico), che devono essere adeguati alle misure vigenti (sanificazione dei mezzi di trasporto), potrebbe essere un’ulteriore misura da sviluppare. Inoltre, è di grande importanza attuare azioni volte a sostenere, potenziare e adeguare il trasporto pubblico sulla base delle nuove esigenze (nuove regole di sicurezza e distanziamento), integrando tali servizi in modo efficiente con le altre modalità di trasporto (ad esempio la bicicletta). Ancora, è possibile ridurre traffico e spostamenti incentivando lo smart working ed i servizi di prossimità e riorganizzare i sistemi di distribuzione legati ai servizi di logistica urbana. Quest´ultime misure possono essere attuate ad esempio attraverso l’introduzione di nuovi veicoli elettrici e/o mediante la riorganizzazione dei centri di distribuzione per le merci e la regolamentazione dell’ultimo miglio della logistica distributiva per l’ottimizzazione dei percorsi.

Queste sono solo alcune delle misure che è possibile attivare per accelerare la riduzione delle emissioni legate ai trasporti: tali misure avrebbero ricadute positive anche a fronte delle nuove sfide in termini di mobilità che l’emergenza sanitaria ci richiede di affrontare sin da subito. Occorre quindi avviare nel breve periodo cambiamenti strutturali e forti innovazioni, attuando politiche di mobilità urbana da includere all’interno dei Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile (PUMS).

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https://doi.org/10.57708/b22007906
Sommacal, G. Trasporti stradali e qualità dell’aria: necessari strumenti strategici per una mobilità più sostenibile? https://doi.org/10.57708/B22007906

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