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Una visione internazionale ed innovativa sul Trentino

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Una visione internazionale ed innovativa sul Trentino
Una visione internazionale ed innovativa sul TrentinoCredit: | All rights reserved

L´Istituto per lo sviluppo regionale di Eurac Research si è recato in visita nel vicino Trentino per scoprire ed entrare in dialogo con le sue eccellenze regionali ed internazionali. Questa esperienza ha permesso di iniziare una riflessione strategica – anche in funzione EUREGIO – con alcuni ricercatori, accademici e responsabili di innovazione delle istituzioni coinvolte. Curiosi di saperne di più? A seguire, alcuni estratti ..e scatti della giornata!

Interdisciplinarità per risolvere problemi complessi

Prima tappa dell’escursione è stata la Fondazione Bruno Kessler (FBK), istituzione “gemella” e parallela per storia (e simile per competenze) ad Eurac Research. Nata nel 1962 come “Istituto Trentino di Cultura”, FBK è l’ente di ricerca della Provincia Autonoma di Trento che opera nel campo scientifico tecnologico e delle scienze umane. Eurac Research e FBK hanno manifestato la propria disponibilità a sfruttare possibili sinergie già nel 2015, quando l’allora presidente di Eurac Research, Stuflesser, e Profumo, presidente di FBK e Ministro dell´Università, hanno firmato un accordo di collaborazione.

La fondazione è stata innanzi tutto presentata da ‎Cesare Furlanello, direttore dell’unità di ricerca “Predictive Models for Biomedicine and Environment” (MPBA). Furlanello si occupa di intelligenza artificiale per salute ed ambiente e guida un Data Science Laboratory che partendo dai dati elabora previsioni.

Il direttore ha sottolineato come la sfida al giorno d’oggi sia quella di accelerare le idee, portare la tecnologia a nuove applicazioni e pensare alla ricerca a servizio della Società, citando in particolare l’importanza dell’innovazione nel campo della salute e delle smart cities. “La frontiera è integrare la tecnologia in diversi settori -dall´ agricoltura 4.0 alla logistica di valle, dai sensori al rilievo ambientale-, ma soprattutto trasformare i progetti di ricerca in qualcosa che diventi strutturale per l´Amministrazione Pubblica”.

Prof. Antonio Schizzerotto, Professore Emerito di Sociologia all’Università di Trento e Direttore dell´Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche (IRVAPP) ad FBK, ha quindi presentato le attività del centro che dirige. La filosofia di IRVAPP è quella di svolgere iniziative di studio di impatto sulle politiche pubbliche. Il professore ha spiegato che la cultura della valutazione è più forte nel mondo anglosassone, dove “show me the evidence” è un mantra delle politiche pubbliche e del policy-making e il valutatore esterno è percepito come un mezzo per raggiungere risultati precisi. “Il problema nel coinvolgimento della figura del valutatore nel mondo non-anglosassone è legato al fatto che spesso la politica non vuole essere misurata, è aliena dalla possibilità di imparare dai propri errori” ha continuato. Si pensi, ad esempio, che i Fondi Strutturali Europei fino a poco tempo fa non richiedevano dimostrazioni controfattuali della propria efficacia (vedi counterfactual impact evaluation), ma semplicemente una descrizione narrativa delle politiche pubbliche svolte nel progetto. Ultimamente, tuttavia, le richieste di monitoraggio ed assistenza sono in crescita, “ma si fa ancora troppa poca valutazione” – conclude Schizzerotto.

Prospettive internazionali e le sfide tecnologiche: dal Trentino all´Europa 

L’escursione è proseguita all´ European Institute of Technology (EIT Digital), uno dei 9 KIC (Knowledge and Innovation Communities) dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), dove il direttore Gian Mario Maggio ha presentato le attività e gli obiettivi del centro. La mission dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT), ovvero la cornice europea entro la quale il centro di Trento opera, è quella di rafforzare le performances della commercializzazione dell’innovazione, che in ambito europeo non erano eccellenti quanto quelle di ricerca, nello specifico pubblicazioni scientifiche e brevetti.  Nell’ambito di questa strategia, le Knowledge and Innovation Communities, tra cui quella di Trento, rappresentano i luoghi fisici dove si concentrano risorse, know-how e persone seguendo l´esempio della Silicon Valley e dei clusters europei. Il centro di Trento si prefigge di favorire la trasformazione digitale a livello europeo e sostenere i processi tecnologici che, ripensando ai processi e al lavoro del futuro, mirano il miglioramento della qualità della vita e della competitività delle aziende europee. Il centro ospita anche una Demo Room, dedicata a chi desidera avere un quadro delle ultime frontiere dell´innovazione e poterle sperimentare in prima persona.

Se l’EIT digital di Trento ha l’obiettivo di favorire la trasformazione digitale e migliorare la competitività delle aziende italiane e europee, Hub Innovazione Trentino (HIT) rappresenta invece l’ agente commerciale della ricerca trentina volto a favorire il trasferimento tecnologico avanzato secondo un modello anglo-sassone. Andrea Sartori, Vice-Direttore Esecutivo e Luca Mion, Responsabile dell’innovazione, hanno presentato le attività di HIT relative al trasferimento tecnologico e il posizionamento strategico del centro, che si colloca a metà tra ricerca e mercato. Le attività di HIT sono certamente un’importante risorsa in un territorio come quello trentino dove, come sottolineato da Alessandro Santini (Responsabile Innovazione, Centro Studi e Comunicazione, Confindustria Trento), l’industria fornisce il 31% del valore aggiunto totale e in particolare l’industria dei servizi innovativi rappresenta più del 20% del settore.

Altra realtà trentina impegnata a fianco delle aziende è infine TrentinoSviluppo, Business Innovation Centre che si concentra su ICT, meccatronica, green ed altre aree dettagliate, assieme allo sviluppo periferico. Come specificato da Laura Maffei, TrentinoSviluppo offre servizi per le imprese (in particolare con il bando Seed Money che ha stanziato fondi per circa 11 milioni e creato quasi 100 aziende) e si occupa di attrazione di nuove aziende. “Fare startup è una attività di sistema – spiega Laura Maffei – e c´è bisogno di un ecosistema per il dialogo e la crescita aziendale”.

Scienza e cultura a servizio della società

Dalla scienza a servizio delle aziende alla quello di politica e società, quest’ultimo aspetto è stato infatti approfondito con la Dr. Andrea Hofer che ha presentato il centro OECD LEED (Local Economic and Employment Development) di Trento.  Nato nel 2003/4 con focus sui Balcani, ora esteso a tutta Europa su quattro tematiche di ricerca: Entrepreneurship (in particolare business development services e il ruolo di Higher Education Institution – si veda ad esempio il progetto https://heinnovate.eu/en finanziato dall´Unione Europea in collaborazione con OECD), Social Inclusion, Evaluation/Strategic Planning e Culture, il centro si occupa di elaborare analisi, revisioni e raccomandazioni di policy in modo interdisciplinare, con la finalità di meglio orientare le decisioni dei policy makers.

Infine, il marcato legame tra scienza cultura e società è stato sottolineato da Michele Lanzingher, direttore del MUSE, Museo delle Scienze, che ha condiviso la propria Weltanschauung sul ruolo dei Musei (e del MUSE in particolare) come elemento di dialogo tra uomo e natura, tra territorio ed internazionalizzazione e tra sistema culturale e quello socio-economico. “I musei non devono avere come centro focale l´esposizione, ma i visitatori” ha aggiunto il Direttore.

Creare nuovi ponti tra innovazione e società – una delle attività alle quali l´Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research mira ed ecco che anche una semplice escursione riesce a fornire le basi per future cooperazioni.

Autori: Francesco Anesi e Francesca Teston

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