PHOTOSTORYDue mummie egizie si raccontano
La storia fotografica del loro recupero, studio e trattamento conservativo
La mummia con il sudario dipinto apparteneva a una donna vissuta nell’Egitto di epoca romana, alta circa 153 centimetri che al momento della morte poteva avere 35-45 anni. Lo straordinario sudario dipinto a sei colori con cui è stata preparata per la sepoltura avvolge ancora il corpo. È questa la sua caratteristica più unica. La mummia fa parte della collezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna.
Dopo l'apertura della cassa in cui era conservata nel magazzino del museo, la mummia è stata posizionata in uno speciale contenitore, il Conservation Soft Box, sviluppato nei laboratori di Eurac Research, per creare intorno alla mummia un ambiente isolato e protetto dai danni dell’umidità e da contaminazioni microbiologiche. In questo contenitore la mummia è stata trasportata in ospedale per le TAC, realizzate grazie al supporto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.
Le TAC hanno permesso di sbendare virtualmente la mummia per scoprire le cause di morte, le patologie di cui soffriva e le tecniche di imbalsamazione utilizzate per prepararla alla sepoltura. In vita la donna era affetta da alcuni ascessi e soffriva di malattie degenerative, come l’artrosi alla spina dorsale e alle articolazioni delle ginocchia. Durante il processo di imbalsamazione, il cervello è stato quasi completamente rimosso attraverso la narice sinistra. Gli organi interni sono stati estratti attraverso un’incisione verticale sull’addome, imbottito poi solo parzialmente con bende imbevute di resina. Il corpo è stato infine ricoperto con un’abbondante colata di resina e rivestito con un bendaggio in tessuti di lino.
Il trattamento conservativo è stato eseguito nei laboratori del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, vicino Torino. L'intervento ha richiesto la combinazione di metodi diversi ed è stato pianificato nel dettaglio per rinforzare dal punto vista strutturale il sudario, recuperare la superficie pittorica, e, allo stesso tempo, riordinare e consolidare i bendaggi interni, in modo da garantirne la conservazione nel tempo.
La mummia aveva un consistente strato di deposito superficiale che è stato rimosso mediante microaspirazione. La punta dell’aspiratore è stata protetta con una retina a maglie strette per evitare interferenza con la materia originale del sudario.
A Venaria la mummia è stata osservata anche con degli “occhi speciali”. Una campagna di indagini diagnostiche multispettrali non invasive ha permesso di mappare i materiali originali presenti, verificare la presenza di un disegno preparatorio e di esaminare la tavolozza pittorica.
E stato condotto anche uno studio sui colori che ha confermato la presenza di sostanze documentate in epoca romana. Anche lo stile pittorico del sudario è riconducibile allo stesso periodo storico (I-II sec. d.C.), come testimonia la somiglianza con le mummie e i sarcofagi appartenenti ai membri della famiglia di Soter (53-117 d.C.), la cui tomba è stata rinvenuta nella necropoli tebana di El Khokha (TT32).
Per ospitare la mummia è stata costruita una vetrina in vetro e acciaio basata sul metodo passivo brevettato da Eurac Research: l’ambiente interno è privo di ossigeno e i parametri di conservazione sono stati definititi in base alle condizioni chimico fisiche della mummia. Per mantenere queste condizioni invariate la vetrina non richiede alcuna alimentazione elettrica.
La mummia di fanciullo con tre tuniche può considerarsi una rara testimonianza del rituale funerario dell’Egitto medievale. Diversamente dalle mummie del periodo faraonico, il corpo non è stato sottoposto a tecniche di imbalsamazione ma è stato preparato alla sepoltura con una ricca vestizione. La mummia era conservata nei magazzini del Museo Civico Archeologico di Bologna in una cassa di legno e metallo.
Ad attirare l’interesse del collezionista che donò questa mummia al museo è stata con molte probabilità la ricca vestizione con cui il corpo è stato preparato: due tuniche in tela di lino a filo grosso, una tinta in indaco e l’altra ricamata a filo nero sulle maniche, e una sopratunica in tela di lino a filo sottile con disegno quadrettato in colore naturale e nero.
La TAC sulla mummia, condotta grazie alla collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, ha evidenziato che il corpo non è stato eviscerato degli organi interni. Il cuore, la trachea, i bronchi e il diaframma si sono mummificati naturalmente. L’esame della pelle, dalla colorazione bruno-rossastra, suggerisce che il corpo sia stato trattato con qualche sostanza per prepararlo alla sepoltura.
Nei laboratori dell'Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research è stato condotto il campionamento per la datazione al radiocarbonio. La mummia è stata datata al XIII secolo d.C. (Medioevo).
Il trattamento conservativo è stato eseguito dall'esperta altoatesina di tessile antico Irene Tomedi. Lo stato precario del corpo ha richiesto che lavorasse direttamente sulla mummia, senza sfilare le tuniche.
I tessuti erano molto degradati, lacerati e lacunosi. Oggi sono più solidi e hanno un aspetto omogeneo.
Il trattamento di pulitura ha permesso di eliminare le pieghe nel tessuto e di comprendere le caratteristiche formali delle vesti. Le tre tuniche sono state integrate e consolidate con tessuti di sostegno in lino e in seta, tinti in un colore adeguato.
Due mummie egizie si raccontano
La storia fotografica del loro recupero, studio e trattamento conservativo
Per oltre un anno un gruppo di esperti ed esperte di antropologia, egittologia, diagnostica, restauro e conservazione ha lavorato a stretto contatto per restituire al pubblico e alla comunità scientifica due mummie egizie uniche, testimoni di una storia millenaria: la mummia con il sudario dipinto e la mummia di fanciullo con tre tuniche.
Le due mummie fanno parte della collezione egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna. Grazie a una collaborazione tra Eurac Research e il museo, sono state studiate in modo approfondito e poi affidate alle mani di sapienti restauratrici per il recupero conservativo. Ora sono esposte in una mostra temporanea al NOI Techpark di Bolzano.
La mostra
Mummies. Il passato svelato
02.09. - 08.10.2022
NOI Techpark - via Volta 13a – Bolzano
Lu-Ve 8.00 – 21.30
Sa 9.00 – 20.00
Ingresso gratuito
Tutte le informazioni sulla mostra e sulle visite guidate sono disponibili sul sito https://www.eurac.edu/it/exhibition/mummies-il-passato-svelato.