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Economia circolare nell’edilizia
Eurac Research supporta le imprese a utilizzare le materie prime nel modo più sostenibile possibile
In Trentino-Alto Adige il settore edile produce ogni anno tre milioni di tonnellate di rifiuti. Non tutti sono da buttare. Alcuni contengono materiali preziosi che potrebbero essere riutilizzati. È qui che entrano in gioco il concetto di economia circolare e il Circular Lab di Eurac Research.
Ogni anno, la nostra regione produce oltre tre milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione (in gergo tecnico CDW – construction and demolition waste), che devono essere separati con grandi spese prima di poter essere riciclati. Circa la metà è costituita da rifiuti edili misti come pietre, intonaco, carta da parati, tubi, rifiuti di cavi, rottami metallici e vari rifiuti di vetro, legno e plastica, mentre un altro quarto è costituito da asfalto, seguito da cemento e terra di scavo.
Almeno una parte di questi rifiuti potrebbe essere evitata, ad esempio se si riuscisse ad allungare il ciclo di vita di componenti e prodotti, il che sarebbe non solo più sostenibile, ma anche economicamente vantaggioso. Ma fino a che punto le aziende altoatesine sono interessate a questo? E dove esattamente vedono ostacoli e opportunità? Per scoprirlo, Martino Gubert, ingegnere e ricercatore dell’Istituto per le energie rinnovabili, ha incontrato le aziende locali che si occupano di costruzioni in legno, finestre e facciate.
Il suo obiettivo principale era capire in che misura le aziende siano interessate al riutilizzo dei materiali usati e dove vedano potenziali applicazioni dei processi di economia circolare nei loro prodotti e sistemi.
“Questi colloqui sono stati molto importanti per noi, perché ci hanno permesso di capire la logica delle aziende e ci hanno aiutato a indirizzare le nostre competenze verso servizi utili a rispondere alle esigenze delle imprese di produzione”, afferma Martino Gubert.
L’indagine ha dimostrato che le aziende sentono come molto rilevante questo tema e ha messo in luce le loro preoccupazioni: incertezza giuridica, barriere normative, dubbi sulla qualità, sulle prestazioni, sulle garanzie e sul calcolo costi-benefici, mancanza di incentivi, di richiesta di mercato e logistica. È emerso un grande interesse per i programmi di formazione e aggiornamento nel settore dell’economia circolare, nonché per i potenziali miglioramenti nella progettazione e manifattura dei prodotti, in modo che vengano pianificati fin dall’inizio in un’ottica di economia circolare. Molti vedono anche un potenziale nelle linee di produzione, per ridurre gli scarti, gli sfridi e i rifiuti. Anche l’idea di sviluppare un sistema di etichettatura che possa qualificare prodotti e materiali come circolari è stata accolta con favore.
Che cos’è l’economia circolare?
Per spiegare cosa si intenda per economia circolare, spesso si parte dal suo contrario, la cosiddetta “economia dell’usa e getta”, nota anche come economia lineare, che funziona secondo questo schema: i beni vengono prodotti, immessi sul mercato, utilizzati e poi gettati via. Molti prodotti hanno una fase di utilizzo molto breve e la maggior parte finisce per diventare un rifiuto. Solo una minima parte delle materie prime viene riutilizzata. “L’economia circolare è un modello di consumo e produzione”, spiega Gubert. “Comporta il riutilizzo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, la loro reintroduzione nel mercato eventualmente dopo una fase di ri-lavorazione, e l’estensione del ciclo di vita , ad esempio scomponendoli, passandoli ad altri o riparandoli”. Una volta che un prodotto ha raggiunto la fine del suo ciclo di vita, viene smantellato in modo tale che le risorse e i materiali possano rimanere nell’economia il più a lungo possibile. In altre parole, vengono riutilizzati in modo produttivo più volte per continuare a generare valore aggiunto. “Questo processo, nella migliore delle ipotesi, è già previsto durante la fase di sviluppo del prodotto. In ogni caso, il potenziale di riutilizzo aumenta se un prodotto è progettato e costruito in modo da poter essere facilmente smontato”, afferma Gubert, parlando per esperienza.
“Le possibilità di riutilizzo aumentano se un prodotto è già progettato e costruito in modo da poter essere facilmente smontato”.
Martino Gubert, ricercatore all’Istituto per le energie rinnovabili
Le diverse possibilità sono illustrate dalle cosiddette R dell’economia circolare:
- refuse (evitare i prodotti non necessari);
- rethink (ripensare l’intero ciclo di vita dei prodotti);
- reduce (ridurre il consumo di materiali);
- reuse (promuovere il riutilizzo);
- repair (riparare i prodotti difettosi);
- refurbish (rimettere in funzione le apparecchiature obsolete);
- remanufacture (utilizzare parti di prodotti difettosi per fabbricarne di nuovi);
- repurpose (trovare nuovi usi per i vecchi prodotti);
- recycle (reinserire i materiali nel ciclo produttivo attraverso processi di riciclo ed evitare l’utilizzo di nuove materie prime);
- recover (utilizzare i materiali non più riciclabili per produrre energia).
I materiali che non riescono ad entrare in queste R finiscono in discarica. L’obiettivo finale dell’economia circolare è minimizzare al massimo quello che diventa rifiuto in discarica, agendo in ogni caso sulla R più alta possibile per allungare la vita del prodotto/materiale.
Edilizia sostenibile e circolare
L’elevato consumo di risorse nel settore edilizio rende ancora più importante la costruzione di edifici che rispettino la circolarità, abbiano una manutenzione semplice, siano utilizzabili a lungo e possano essere smontati per un riuso di alta qualità al termine della loro vita utile. All’Istituto per le energie rinnovabili, il team di ricerca che si occupa della circolarità negli edifici si concentra inizialmente su tre aree: finestre, facciate e costruzioni in legno. “Ci siamo volutamente concentrati su aziende che producono componenti e sistemi per l’edilizia. In Alto Adige, ad esempio, ci sono relativamente molte aziende che producono finestre. Qui c’è un grande potenziale per migliorare il livello di circolarità, che possono essere presi in considerazione già nella fase di progettazione e assemblaggio dei componenti”, spiega Gubert.
Pile di assi di legno, di materiali isolanti e di sigillanti sono ordinatamente allineate nel cortile del laboratorio all’aperto di Eurac Research. Qui Miren Juaristi, Leire Minguez, Stefano Avesani, Martino Gubert assieme ad altre colleghe e colleghi hanno appena smontato una facciata in legno nelle sue singole parti. Il gruppo di ricerca sta valutando i processi di smontaggio di prototipi e componenti per capire dove si possano applicare i processi di economia circolare, e come misurare la circolarità anche al fine di una eventuale etichettatura.
Gubert spiega: “Abbiamo provato a smontare la facciata e abbiamo valutato il processo di smontaggio. Abbiamo imparato in prima persona che chiaramente non è stata progettata per essere circolare. Quindi dobbiamo iniziare dalla progettazione e dalla produzione”. Altre analisi simili hanno dimostrato che pochissimi componenti sono progettati in modo tale da poter essere smontati senza distruggere gran parte delle singole parti e dei materiali. “In ogni finestra e in ogni campione di facciata che smontiamo troviamo i punti critici e possiamo così aiutare le aziende che li producono a migliorare i progetti in modo mirato”, spiega Gubert.
“L'obiettivo del progetto è quello di sostenere le piccole e medie imprese attive nel settore edile in Alto Adige affinché diventino più efficienti dal punto di vista delle risorse e attivino processi di economia circolare”.
Martino Gubert, ricercatore all’Istituto per le energie rinnovabili
Perché l’implementazione di un’economia circolare sostenibile nell’industria edile abbia effetto nel presente e non sia proiettata esclusivamente nel futuro, è necessario perseguire due approcci in parallelo: trovare il modo di scomporre ciò che oggi viene smontato e demolito in modo da poter ricominciare (direttamente o indirettamente) cicli operativi il maggior numero di volte possibile; e progettare nuovi prodotti in modo che possano essere smontati e riutilizzati tra venti o trent'anni preservando così le risorse. Questo è l’unico modo per ottenere un’edilizia sostenibile e circolare, risparmiare risorse preziose e ridurre il volume dei rifiuti.
Il laboratorio circolare di Eurac Research
“Stiamo contribuendo al progetto Interreg Ita/Aut Attention, che ha l’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese operanti nel settore delle costruzioni in Alto Adige, per diventare più efficienti dal punto di vista delle risorse e attivare processi di economia circolare. Il settore delle costruzioni tende a reagire più lentamente di altri a questi cambiamenti”, afferma Martino Gubert. “Le discussioni che abbiamo avuto hanno dimostrato che poche aziende sono attualmente pronte ad attivare processi circolari profondi; molte dubitano della fattibilità economica e della domanda del mercato. L’idea è quindi quella di iniziare con questi servizi in modo graduale, anche perché ci aspettiamo che nei prossimi anni ci saranno importanti cambiamenti nei requisiti di legge e un ripensamento tra le aziende e i clienti.”
“Sebbene i costi di progettazione per gli edifici e i componenti edilizi riutilizzabili siano generalmente un po' più elevati, alla fine si ripagano in termini di manutenzione e ristrutturazione, nonché al termine della vita utile”.
Martino Gubert, ricercatore all’Istituto per le energie rinnovabili
Mentre alcuni progetti di Eurac Research sono rivolti alle istituzioni politiche che a livello europeo e provinciale prendono decisioni per il grande pubblico, altri progetti sviluppano programmi di coaching per le aziende che vogliono muoversi in una direzione di economia circolare. Il progetto Attention si rivolge in modo mirato alle piccole e medie imprese del settore edile. Assieme ai partner che offrono servizi simili a Innsbruck, Salisburgo, Treviso e in Friuli Venezia Giulia, il team di Eurac Research sta lavorando in particolare alla sensibilizzazione, al trasferimento di conoscenze e a supportare le aziende a progettare i loro sistemi in modo più circolari
A questo scopo, in Eurac Research si sta istituendo il Circular Lab. Qui, il team di ricerca dell’Istituto per le energie rinnovabili offre alle aziende servizi, quali:
- Trasferimento di conoscenze, formazione e aggiornamento nel campo del circular learning;
- Progettazione integrata di prodotti e sistemi, che propone miglioramenti del sistema considerando il suo fine vita e possibili nuovi futuri utilizzi, nell'ambito del circular design;
- Supporto pratico per spostarsi verso opzioni di smontaggio non distruttivo e selettivo nell’ambito del circular assessment;
- Analisi di fattibilità e impatto ambientale;
- Controlli di resilienza e di performance dei materiali riusati e dei componenti dei prodotti.
“Sebbene lo sforzo di pianificazione per gli edifici e i componenti edilizi più circolari sia generalmente un po’ più elevato, alla fine si ripaga in termini di manutenzione e ristrutturazione, nonché al termine della vita utile. Questo perché il recupero dei materiali e il riutilizzo dei componenti gli dà un nuovo valore, riduce i costi di gestione residui e crea nuove opportunità di lavoro e di business nei vari settori di applicazione”, afferma convinto Martino Gubert.
Workshop 02.10.2024
Economia circolare, costruzioni e sostenibilità sociale
Nuovi progetti, sinergie e opportunità in Alto Adige
Il workshop mira a promuovere un dialogo tra imprese edili, cooperative sociali e imprese e autorità amministrative locali per attivare un'economia circolare sostenibile in Alto Adige. Eurac Research presenterà nuovi progetti e servizi per migliorare la circolarità nel settore delle costruzioni, concentrandosi sul recupero e il riutilizzo dei componenti edilizi e sul ruolo delle imprese sociali per l’economia circolare. Il workshop presenterà inoltre le migliori pratiche di start-up e imprese sociali locali e coinvolgerà i partecipanti in una discussione guidata sulle sinergie da attivare per promuovere un modello circolare sostenibile in Alto Adige.
Progetti in corso sull'economia circolare
Il progetto ECLECTIC mira a supportare gli stakeholder locali nel creare, applicare e monitorare piani per l’economia circolare. L’obiettivo è favorire una transizione sostenibile, giusta e a zero emissioni di carbonio nelle piccole e medie città europee. Coinvolgendo le imprese, l’amministrazione locale, le organizzazioni della società civile e i cittadini, si individueranno pratiche virtuose e si identificheranno le vulnerabilità sociali che possono trarre vantaggio dall’introduzione di modelli di economia circolare e di sharing economy.
Il progetto INNO.CIRCLE sostiene la trasformazione delle PMI verso un’economia circolare per consentire loro, in particolare, di riprogettare i propri prodotti e modelli di business secondo i principi di economia circolare e di tradurre il potenziale di innovazione in progetti di R&S. A tal fine viene organizzata una serie di eventi di sensibilizzazione sul tema per le imprese e per gli stakeholder.
L’obiettivo del progetto è promuovere l’economia circolare nel settore edile. Verrà creata una rete transfrontaliera e permanente di centri di consulenza per offrire servizi circolari nei settori dell’architettura, delle tecnologie e dei materiali, sostenendo così le piccole e medie imprese della catena di valore dell'edilizia ad attivare processi di economia circolare.
Strategia provinciale per l’economia circolare
La Provincia autonoma di Bolzano ha incaricato Eurac Research di sviluppare una strategia provinciale per l’economia circolare per raggiungere la neutralità climatica in Alto Adige. L’obiettivo della strategia è quello di elaborare linee guida con misure che si basino sui principi dell’economia circolare e che servano a registrare e documentare i flussi di materiali nell’industria edile.