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Riprogrammazione efficace delle cellule tumorali

Uno studio dimostra l'efficacia di una molecola contro il leiomiosarcoma - l'aggressivo cancro dei tessuti molli - e identifica alcuni geni che permettono una prognosi migliore

by Laura Defranceschi

Ci sono tumori per i quali radio e chemioterapia non risultano efficaci. Uno di questi è il leiomiosarcoma, un tumore raro, ma maligno e molto aggressivo, che ha origine nel tessuto muscolare liscio e si diffonde rapidamente attraverso i vasi sanguigni. Il tessuto colpito di solito viene rimosso chirurgicamente, ma se il tumore non viene individuato precocemente tende a ripresentarsi. Un gruppo di ricerca internazionale, di cui fa parte anche Eurac Research, ha pubblicato uno studio con risultati promettenti per il trattamento di questo tipo di cancro.

Per lo studio, il team ha testato una serie di composti chimici che riprogrammano l’epigenoma, cioè agiscono su modificazioni non permanenti del DNA cambiando l’espressione dei geni, ma non la sequenza. Nel laboratorio dell’Università di Udine le molecole sono state vagliate su modelli cellulari di leiomiosarcoma. Una piccola molecola chiamata NKL54 ha dimostrato di essere particolarmente efficace nell’inibire la crescita cellulare in questo tipo di cancro. La molecola, grazie alla sua azione sull’epigenoma, riprogramma le cellule in modo che importanti geni disattivati nel tumore – compresi i geni responsabili della morte cellulare – riprendano a funzionare.

Questo risultato fornisce la base per studi di follow-up su terapie farmacologiche efficaci per questo tipo aggressivo di cancro

Emanuela Kerschbamer, bio-informatica

In parallelo, il team bioinformatico di Eurac Research si è impegnato nell’analisi dei dati generati con metodi di sequenziamento di nuova generazione del DNA, e ha permesso di comprendere come le diverse molecole, in particolare NKL54, potessero modificare l’espressione dei geni nelle cellule tumorali agendo sull’epigenoma. Allo stesso tempo, il team ha confrontato i dati ottenuti con quelli presenti in alcuni database internazionali e ha identificato alcuni geni che – quando attivi nei soggetti con leiomiosarcoma – indicano che queste persone hanno un periodo di vita significativamente prolungato. “Questo risultato parziale dello studio è potenzialmente molto interessante”, sottolinea il bioinformatico Christian Weichenberger dell’Istituto di Biomedicina di Eurac Research. “Fornisce la base per studi di follow-up su terapie farmacologiche efficaci per questo tipo aggressivo di cancro”, aggiunge la collega Emanuela Kerschbamer. Il responsabile dello studio dell’Università di Udine Claudio Brancolini riassume: “Potendo esplorare gli effetti epigenetici di NKL54, abbiamo ottenuto importanti informazioni che possono consentire di sviluppare delle molecole con attività anti-tumorale ancora più potente e quindi avvicinarsi ancora di più a nuove applicazioni nella clinica. Grazie al progetto europeo Interreg, abbiamo potuto svolgere questo studio riunendo diverse competenze da diversi luoghi e paesi”.

Coordinati dall’Università di Udine, oltre al centro di ricerca Eurac Research di Bolzano hanno collaborato allo studio le seguenti istituzioni: Università di Darmstadt, Università La Sapienza di Roma, Università di Padova, Università Ca' Foscari di Venezia ed European Centre for Living Technology (ECLT) di Venezia.

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