Soccorso in condizioni estreme: esercitazioni di medicina d’emergenza nel terraXcube
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Soccorso in condizioni estreme: esercitazioni di medicina d’emergenza nel terraXcube
40 professioniste e professionisti da tutto il mondo si addestrano in procedure mediche avanzate nel centro di simulazione di climi estremi di Eurac Research, al NOI Techpark.
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Oggi le persone gravemente ferite hanno maggiori possibilità di sopravvivenza rispetto al passato grazie alla tecnologia più avanzata: per esempio i sistemi per la circolazione extracorporea ECMO fanno le veci degli organi danneggiati, le emorragie interne gravi possono essere fermate con la cosiddetta “procedura REBOA” e speciali tecniche di intubazione si sono dimostrate efficaci per garantire la ventilazione dei pazienti. Su invito dei medici di Eurac Research, nel terraXcube si sono radunati esperti ed esperte di medicina d’urgenza da tutto il mondo per una serie di esercitazioni in un ambiente che simula le difficili condizioni che si possono trovare in montagna: vento, freddo e buio. Tra le tecnologie protagoniste dell’esercitazione c’è il sistema per la circolazione extracorporea più piccolo al mondo. Il training si svolge il 16 e il 17 ottobre nel terraXcube, il centro per la simulazione di climi estremi di Eurac Research, al NOI Techpark, in grado di riprodurre un’ampia varietà di scenari climatici in condizioni controllate.
Scena simulata: una squadra di soccorso viene chiamata per un incidente con tre feriti e un uomo gravemente ipotermico, non siamo in un’area urbana dove l’ospedale può essere raggiunto rapidamente, ma in montagna; ci sono meno 20 gradi, vento forte e buio. “In questi contesti estremi l’esperienza è limitata rispetto alla medicina d’emergenza in città. Il nostro obiettivo è quello di verificare se si possano effettuare in modo efficace interventi specialistici su pazienti gravemente feriti anche su terreni difficili”, spiega Simon Rauch, medico d’emergenza e ricercatore di Eurac Research. “Il terraXcube ci permette di simulare questi scenari d’emergenza nel modo più realistico possibile e in diverse condizioni”, precisa Giacomo Strapazzon, direttore dell’Istituto per la medicina d’emergenza in montagna di Eurac Research. I medici e le mediche invitate fanno parte della Commissione internazionale del soccorso alpino (ICAR – International Commission for Alpine Rescue), che quest’anno organizza il suo congresso annuale a Dobbiaco.
Oltre alle simulazioni di operazioni di soccorso in montagna, il team testa una serie di procedure d’emergenza all’avanguardia. Per esempio ci si esercita nell’uso del sistema per la circolazione extracorporea più piccolo al mondo, grazie all’impiego di un manichino speciale. Questo sistema mantiene attivo il circolo cardiovascolare in pazienti gravemente feriti e contemporaneamente riscalda il sangue in caso di ipotermia. Specialiste e specialisti testano anche la cosiddetta “procedura REBOA”, che consente di ottenere un’occlusione retrograda dell’aorta con un palloncino. Questa procedura viene normalmente utilizzata in sala operatoria in caso di gravi emorragie: si inerisce un piccolo palloncino e si gonfia per fermare l’emorragia. Durante l’incontro bolzanino gli specialisti dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che già usano questa procedura durante le operazioni di elisoccorso, condividono la loro esperienza. Infine, vengono praticate tecniche di intubazione particolarmente complesse, sia a temperatura ambiente sia in una simulazione a -20 °C. “Partiamo dal presupposto che gli incidenti e le situazioni di emergenza in condizioni difficili saranno più frequenti in futuro per effetto dell’aumento degli eventi climatici estremi. Questa esercitazione nel terraXcube è un’opportunità preziosa per prepararci, anche nell’ottica di ampliare l’orizzonte formativo della nuova generazione di professionisti”, sottolineano Hermann Brugger e Luigi Festi, rispettivamente condirettore e coordinatore del Master internazionale in medicina di emergenza in montagna organizzato dall’Università dell’Insubria, dall’Università di Milano-Bicocca e da Eurac Research.
Partner della due giorni di esercitazioni sono ICAR, l’Università Bicocca di Milano, l’Università degli studi dell’Insubria, il CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), il Bergrettung Südtirol – il soccorso alpino dell’Alpen Verein, l’Azienda sanitaria dell’Alto Adige e l’Aiut Alpin Dolomites.
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