Da secoli, guerre, persecuzioni e, sempre più spesso, i disastri naturali spingono le persone a fuggire dal proprio paese e a migrare in cerca di rifugio e protezione, ma anche di condizioni di vita sicure. Nonostante ciò, prima della fine degli anni ‘90, l’Italia non rappresentava una delle principali mete migratorie, né per i migranti economici che per i rifugiati. È per questo che ancora oggi tanto i politici quanto l’opinione pubblica difficilmente definiscono l’Italia una nazione di immigrazione.
Nondimeno, negli ultimi trent’anni l’immigrazione internazionale è diventata una costante dello sviluppo demografico italiano: oltre ai migranti economici e i ricongiungimenti familiari, a partire dagli anni Novanta molte persone sono entrate in Italia in cerca di asilo, spesso arrivando via mare o rimanendo oltre la scadenza del visto. I periodi più importanti, che coincidono con i picchi nelle richieste di asilo, sono stati i conflitti in ex-Jugoslavia, Somalia e Kosovo negli anni ‘90, la crisi in Nordafrica a seguito della primavera araba, e, da ultimo, il periodo tra il 2014 e il 2017 quando quasi 400.000 persone fecero richiesta di asilo in Italia, portando a notevoli cambi nel sistema di asilo e nel sistema d’accoglienza. Alla fine del 2021 la maggior parte di richiedenti asilo arrivavano da Pakistan, Bangladesh, Tunisia, Afghanistan e Nigeria.
Il 2022 sembra tracciare un nuovo picco nell’afflusso di profughi. Secondo l’UNHCR, la Guerra in Ucraina ha provocato il più grave flusso migratorio in Europa dalla Seconda guerra mondiale. A partire dal 24 febbraio, inizio dell’invasione russa in Ucraina, più di 5 milioni di Ucraini sono fuggiti dalla guerra (26.04.2022 - 5.317.219), cercando rifugio prevalentemente nelle nazioni confinanti: Polonia, Ungheria, Slovacchia e Romania, ma anche in altre nazioni Europee, fra cui l’Italia. Nel primo mese di Guerra, ovverosia al 21 marzo 2022, 59.589 persone erano arrivate dall’Ucraina in Italia, di cui 30.499 donne, 5.213 uomini e 23.877 bambini. Ad aprile questi numeri sono quasi raddoppiati: ad oggi quasi 100.000 Ucraini in fuga dalla guerra hanno raggiunto l’Italia. L’immagine 2 mostra dove si sono stabiliti e la distribuzione sul territorio italiano.
Il numero dei rifugiati ucraini supera quello dei richiedenti asilo già presenti in Italia
All’inizio del 2021, 80.097 richiedenti asilo sono stati accolti nei centri di prima accoglienza presenti sul territorio italiano.
Nel 2021, la maggioranza dei richiedenti asilo (54.343 persone nel 2021) sono state accolte nelle cosiddette strutture “CAS” (Centri Accoglienza Straordinaria, di competenza del governo centrale), mentre gli altri sono stati ospitati nelle cosiddette strutture “SIPROMI/SAI,” di competenza delle municipalità locali. Anche gli Ucraini sono alloggiati in queste strutture. Inoltre, molti ucraini hanno trovato posto in strutture private (vedi il prossimo post sul blog, disponibile a breve), grazie anche alla comunità ucraina già stabilitasi in Italia.
Connettersi con la comunità Ucraina già stabilitasi in Italia
La migrazione ucraina in Italia è iniziata a partire dagli anni ‘90, con la caduta dell’Unione Sovietica e l’inizio di una crisi economica nel Paese. Al 1 gennaio 2020, con 230.639 persone legalmente residenti in Italia, la comunità ucraina rappresentava la quarta comunità presente sul territorio nazionale. È composta in larga parte da donne, per oltre il 78%. Gli immigrati Ucraini si sono tradizionalmente stabiliti nelle regioni del nord Italia, in particolare in Lombardia, scelte da più della metà dei cittadini ucraini, ma anche in Campania e in Emilia-Romagna. Questa distribuzione è visibile anche nei nuovi arrivi, come indicato nell’Immagine 2. Gli immigrati ucraini sono occupati nei servizi alla persona (65%), in particolare come personale qualificato nei servizi personali.
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