86 %

Degli alberi da abbattere nel 2023 hanno subito danni da maltempo

Legname danneggiato da pericoli naturali

EffettiEffetti

L’indicatore indica la percentuale di legname danneggiato da eventi naturali e climatici sul totale del cosiddetto “assegno delle piante”. Per assegno delle piante si intendono in selvicoltura gli alberi selezionati per essere abbattuti secondo criteri ecologici ed economici. Il legname danneggiato include alberi che sono stati danneggiati dal peso della neve, dalla siccità (danno da siccità), dai temporali (schianti da vento), dagli incendi e dai parassiti (danno biotico). Poiché i cambiamenti climatici potrebbero portare a un aumento degli eventi estremi, in futuro potrebbe aumentare l’uso di legno danneggiato.

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Monitoraggio dei cambiamenti climaticiby

Contesto

Nei boschi, il taglio del legname non è permesso. Gli abbattimenti liberi, cioè non vincolati a particolari ragioni come alberi danneggiati eccetera, dipendono dalla funzione di protezione della foresta. Tutti gli abbattimenti nei boschi comunali o nelle comunità agrarie, nei boschi di protezione o nei Bannwälder sono soggetti ad autorizzazione.

Si prevede che gli eventi meteorologici e climatici estremi cambieranno in frequenza e gravità a causa del cambiamento climatico (1). Aumenteranno gli assegni al taglio legati al cambiamento climatico o ai pericoli naturali da esso provocati (assegni al taglio per calamità) poiché mancano misure selvicolturali di adattamento.

 

Osservazioni

L’aumento del legno danneggiato per eventi metereologici o per fattori climatici non rappresenta ancora una tendenza statistica significativa. Negli ultimi anni sono stati soprattutto alcuni grandi eventi metereologici a danneggiare i boschi. Questi eventi si riflettono sui dati del legname nell’anno successivo.I dati di alcuni anni si distinguono in modo netto proprio a causa delle tempeste avvenute nell’anno precedente.

Nel 2000 (tempesta Lothar nel 1999) e nel 2003 (una tempesta più forte dal Nord Italia nel 2002) i danni si sono registrati specialmente nelle stazioni forestali di Nova Levante, Bressanone, Rio Pusteria, Monguelfo, Nova Ponente e Fontanefredde (2). Dopo la tempesta Vaia del 2018,  nel 2019 e nel 2020, le piante abbattute proprio perché danneggiate dalle forti raffiche di vento sono aumentate. In Alto Adige sono stati abbattuti 5.918 ettari di bosco, cioè l’1.7 % dell’intera superficie forestale, per un totale di quasi tre volte il tasso di abbattimento annuale (3). Dopo gli eventi di pressione della neve, è rimasta una grande quantità di legname danneggiato nel bosco. Nel 2020 è iniziata la gradazione degli scolitidi, che hanno attaccato prima il legno caduto. A partire da giugno 2021, gli scolitidi del pino si sono moltiplicati rapidamente a causa di un'ondata di calore, causando un evidente attacco al legno in piedi. Nel 2022, a causa di una primavera con scarsa pioggia e un'estate particolarmente calda e secca, gli scolitidi hanno avuto un tasso di proliferazione elevato (4). Nel 2023, il 86% dell´esposizione del legname si basava su criteri legati alle condizioni atmosferiche.

Anche gli schianti da neve provocano variazioni nei dati. L’ammontare dei danni è difficile da determinare perché si tratta di danni molto localizzati e solo piccole quantità si verificano in modo decentralizzato. Su terreni ripidi e impraticabili le piante danneggiate non vengono sgomberate; i tronchi abbattuti diventano punti d’accesso per gli insetti nocivi, specialmente per il bostrico dell’abete rosso. Il mese di novembre 2019 è stato particolarmente segnato dai danni provocati dalla neve: tre aree di bassa pressione dal Mediterraneo hanno causato in Alto Adige molte precipitazioni – soprattutto sotto forma di neve (circa 1.5 metri). Ne è risultato un volume di legname danneggiato di 900.000 metri cubi solidi, che corrisponde a 1.4 volte il totale del legname abbattuto in un anno in Alto Adige. In particolare, sono stati colpiti gli ispettorati forestali di Monguelfo, Brunico e Bressanone (3). Bisogna anche tener conto del fatto che i ritardi nei lavori di manutenzione del bosco aggravano i danni provocati dalla neve.Vaia e le nevicate si sono verificate molto vicine nel tempo e questo ha acuito la crisi dei boschi. La siccità indebolisce gli alberi e può portare a problemi gravi.

In tedesco si usa il termine Dürrling per indicare quegli alberi che soffrono in modo cronico per la siccità e le cui le foglie sono piccole, traslucide, parzialmente appassite o mancano del tutto. Inoltre, la mancanza di precipitazioni aumenta il rischio di incendi e di danni biotici da parassiti. Tuttavia, i danni causati dal vento e dalla pressione della neve hanno fornito un terreno di coltura ottimale per gli insetti nocivi, in particolare per il bostrico. Pertanto, si può ipotizzare che in futuro la percentuale di danni biotici aumenterà considerevolmente rispetto alla sua scarsa entità precedente.

Altri fattori di stress ambientale, come l’inquinamento atmosferico, indeboliscono gli alberi e li rendono più vulnerabili agli attacchi di insetti e funghi, specialmente se lo stress persiste per un lungo periodo di tempo (5). Per mantenere le foreste resilienti è importante gestirle in base alla loro posizione. È quindi importante promuovere popolamenti forestali quasi naturali, composti da popolamenti misti disetanei e ben strutturati verticalmente e orizzontalmente con specie arboree appropriate al sito, che corrispondano il più possibile alla vegetazione naturale potenziale. I boschi secondari infatti, cioè boschi di conifere sviluppate per ragioni economiche, poco strutturati, della stessa età e spesso con specie di conifere non adattate al sitoe non adattati alle caratteristiche del posto, sono quelli più a rischio.

Il riscaldamento globale aumenta l’apporto di carbonio nei suoli forestali perché accelera la crescita e il ricambio delle radici fini. Questo sarebbe positivo e attenuerebbe o compenserebbe in modo parziale il processo perché potrebbe in parte compensare o mitigare la perdita di carbonio del suolo attraverso una maggiore respirazione microbica. Questo fenomeno potrebbe far sì che la foresta perda la sua funzione di serbatoio di carbonio e diventi una fonte di carbonio (6).

Metodologia

La legge forestale in Italia tutela il suolo (DECRETO LEGISLATIVO 3 Aprile 2018, N. 34). Così, tutti i boschi in Italia sono considerati boschi di protezione. Per poterli abbattere gli alberi devono essere selezionati e contrassegnati con una ispezione in loco (la cosiddetta “martellata”) e il loro abbattimento deve essere documentato in un apposito registro. Il vantaggio di questa provedura è che l’abbattimento viene eseguito professionalmente secondo criteri selvicolturali ed ecologici a tutela del bosco.

Il prelievo del legname si riferisce all’anno in cui si è svolto il lavoro stesso di prelievo e non l’anno in cui il legname è stato danneggiato. In questo caso si registrano i metri cubi solidi di stock e si compila un registro che viene poi inserito in un sistema informatico per il calcolo delle statistiche forestali.

Confronto con l’Austria

In Tirolo la quantità di legno danneggiato da vento, peso della neve, valanghe e frane sta aumentando in modo considerevole (Schadholzmenge im Tiroler Wald, 2003-2020). Per quanto riguarda gli schianti da neve spiccano in particolare gli anni 2012 e 2019, mentre gli schianti da vento sono evidenti nel 2015 e nel 2018. In tutta l’Austria si può notare una tendenza all’aumento del legname danneggiato da danni biotici (specialmente bostrico), tempeste (schianti da vento) e peso della neve (7). Per quanto riguarda gli schianti da vento si distinguono gli anni 2007 e 2008 a causa di diversi grandi eventi temporaleschi. A questi sono seguiti nuovi danni provocati dal bostrico.

Settori interessati

  • Selvicoltura

  • Insediamenti

  • Infrastrutture di trasporto

 

Indicatori correlati

Siccità moderata

in aprile del 2023 secondo SPEI-6

Siccità

+ 108 mm

in più di precipitazioni intense in un anno dal 1980

Precipitazione intensa

6 % in meno

copertura nevosa al di sotto dei 1000 metri in Alto Adige dal 2002 

Copertura nevosa e sue variazioni

31.544 Fulmini

nel 2023

Numero dei fulmini

Ricerca in corso in Eurac Research

Referenze

1.     European Environmental Agency. 2017: Trends and projections in Europe 2017Tracking progress towards Europe's climate and energy targets.- EEA ReportNo 17

2.     Autonome Provinz Bozen – Südtirol, 2004: Agrar- und Forstbericht 2003. Ressort Landwirtschaft, Forstwirtschaft, Tourismus und Bevölkerungsschutz

3.     Autonome Provinz Bozen – Südtirol, 2020: Agrar- und Forstbericht 2019. Ressort Landwirtschaft, Forstwirtschaft, Tourismus und Bevölkerungsschutz.

4. Autonome Provinz Bozen – Südtirol, 2022: Agrar- und Forstbericht 2022. Ressort Landwirtschaft, Forstwirtschaft, Tourismus und Bevölkerungsschutz.

5.     Zebisch M., Vaccaro R., Niedrist G., Schneiderbauer S., Streifeneder T., Weiß M. L., Troi A., Renner K., Pedoth L., Baumgartner B., Bergonzi V., 2018: Klimareport – Südtirol 2018, Bozen, Italien: Eurac Research

6. Reichstein, M., Bahn, M., Ciais, P. et al., 2013: Climate extremes and the carbon cycle. Nature 500, 287–295. https://doi.org/10.1038/nature12350

7.     Ebner, G., 2020: Schadholzbilanz in Mitteleuropa (Trends, Folgen für Waldbesitzer und Abnehmer).- „Holzmärkte im Umbruch“, Forstökonomische Tagung 2020/Webinar.

Contatto

Eurac Research: Christian Hoffmann, Istituto per lo sviluppo regionale

Dati forniti da: Ufficio pianificazione forestale, Provincia autonoma di Bolzano