La mummia di fanciullo con tre tuniche

Il trattamento conservativo

“Il restauro dei tessuti antichi non punta a ridare loro l’antico splendore che li caratterizzava. L’intervento di noi restauratori è minimo, ci prendiamo cura dei tessuti per preservarli nel tempo, come parte del patrimonio culturale. Ogni intervento viene condotto in maniera reversibile, in modo che in futuro possa essere corretto e sostituito da tecnologie migliori di cui le prossime generazioni potrebbero disporre”.

Con questo approccio Irene Tomedi, restauratrice di tessuti antichi, si è dedicata nei mesi che hanno preceduto l’esposizione all’accurato trattamento conservativo della mummia di fanciullo. Nei laboratori di Eurac Research ha lavorato sulle tre tuniche con cui il fanciullo è stato preparato alla sepoltura: due tuniche a filo grosso, una tinta in indaco e l’altra ricamata a filo nero sulle maniche, e una sopratunica quadrettata e bicolore a filo sottile.

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Irene Tomedi e Daniela Picchi al lavoro nei laboratori di Eurac ResearchCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti
Irene Tomedi al lavoro nei laboratori di Eurac ResearchCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti
Tessuto durante le fasi di consolidamento. Tessuto fissato con spilli entomologiciCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti

L’analisi dello stato di conservazione e la pulitura

Lo stato precario del corpo ha reso il trattamento dei tessuti complesso e ha richiesto che la restauratrice lavorasse direttamente sulla mummia, senza sfilare le tuniche. I tessuti si presentavano molto degradati, lacerati e lacunosi. Oggi sono più solidi e hanno un aspetto omogeneo.

Dopo l’analisi tipologica dello sporco (sabbia, sali, liquidi corporei) depositato sulle fibre, è stata effettuata una prima pulitura con un micro-aspiratore. Lo sporco penetrato in profondità tra le fibre è stato poi rimosso tramite tamponamenti con spugnette imbevute in acqua demineralizzata, proteggendo adeguatamente il corpo. Questo trattamento ha permesso di eliminare le pieghe nel tessuto e di comprendere le caratteristiche formali delle tuniche.

Le parti più fragili dei tessuti sono state messe in sicurezza con spilli entomologici, quelli usati di solito per classificare ed esaminare insetti.

Le tuniche sono state poi integrate e consolidate con tessuti di sostegno in lino e in seta, tinti in un colore adeguato. Le tuniche di lino a filo grosso sono state consolidate con un tessuto di lino, mentre la sopratunica con il velo di Lyone è stata consolidata con un tessuto in seta.

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Scelta dei colori per la tintura dei tessuti di sostegnoCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti
Fase del trattamento sui tessutiCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti
Scelta dei fili per il trattamento dei tessutiCredit: Eurac Research | Annelie Bortolotti

La restauratrice

Irene Tomedi è un’esperta di tessile storico di Bolzano. Ha studiato all’Istituto statale d’arte di Ortisei, poi in Svizzera nella scuola di specializzazione della Fondazione Abegg (Riggisberg, Berna). Insegna materie teoriche e pratiche nel restauro e conservazione tessili, lavora con soprintendenze e musei nazionali e internazionali. Uno tra i più importanti interventi conservativi di cui si è occupata è il lavoro condotto sulla Sacra Sindone nel 2002. Fa inoltre parte del Centro Internazionale di Sindonologia (Torino) e del consiglio di amministrazione della Accademia Tessile Europea (di cui è anche una dei soci fondatori).

Il trattamento conservativo è stato eseguito con il supporto del MUR (FOE E-RIHS IT e PON Ricerca e Innovazione 2014-2020, CCI: 2014IT16M2OP005).