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"La digitalizzazione è un processo di apprendimento sociale"
Incontri tra discipline: intervista alla giornalista scientifica Sigrid Hechensteiner e all'esperto IT Dietmar Laner.
Solo pochi anni fa, Sigrid Hechensteiner, coordinatrice della comunicazione, e Dietmar Laner, responsabile IT, erano grandi sostenitori della digitalizzazione nella comunicazione e nell’elaborazione dei dati. Oggi vedono l’argomento con occhi un po’ più critici: la sfida non è puramente tecnologica, ma socio-politica.
Sigrid Hechensteiner, quale mezzo preferisce usare per informarsi sulle notizie dal mondo della scienza?
Sigrid Hechensteiner: I podcast, perché tra lavoro e famiglia ho poco tempo per leggere. Posso ascoltare anche mentre piego il bucato, porto a spasso il cane e vado al lavoro. L’altro giorno ero così presa dal podcast “Science Versus” che sono uscita di casa senza occhiali, e sono davvero cieca (ride).
E cosa pensa dei social media?
Hechensteiner: Li uso anche nella comunicazione, sia professionale che privata, ma con grande cautela. So che i contenuti mi vengono suggeriti dagli algoritmi e non voglio muovermi in bolle di filtraggio che impediscono qualsiasi forma di dialogo costruttivo con chi non la pensa come me.
Dietmar Laner, l’informazione è determinata dalle tecnologie, oggi più che mai. Quanto è pericoloso quando gli esperti informatici dirigono i flussi di comunicazione di milioni di persone?
Dietmar Laner: È pericoloso. Non per niente i social media sono sempre più spesso sotto il fuoco incrociato delle critiche. Agli inizi, con la primavera araba del 2011, sono stati celebrati dalle scienze sociali come strumento di mobilitazione contro l’autocrazia e la dittatura. Oggi, soprattutto i regimi autoritari, se ne servono come moltiplicatori di fake news e narrazioni astruse e questo danneggia le democrazie occidentali. Poi bisogna considerare che i social media sono programmati da aziende private orientate al profitto.
Hechensteiner: A posteriori, i governi ritengono che aziende come Facebook & co avrebbero dovuto essere regolamentate in modo più rigido. Ora si vuole rimediare, ma c'è un accesso dibattito su come attuare questa regolamentazione. Il fatto è che la recente legislazione sui social media è sempre in ritardo rispetto agli sviluppi informatici. Non so se le fake news possano essere impedite legalmente. La libertà di espressione è uno dei diritti fondamentali: è il diritto ad avere un’opinione, non quello di esprimere una conoscenza provata.
Come si può dimostrare la conoscenza?
Laner: Attraverso la divulgazione trasparente dei dati e delle procedure di analisi. Oggi, quando i ricercatori pubblicano un risultato, sempre più spesso forniscono anche i dati sulla base dei quali sono arrivati al risultato e rendono noti i metodi usati per analizzarli. È quindi ancora più importante che i dati siano raccolti e digitalizzati in modo pulito.
È qui che entra in gioco la sua squadra, Dietmar Laner?
Laner: Insieme ai ricercatori, noi esperti informatici cerchiamo le soluzioni informatiche migliori per organizzare, archiviare e visualizzare i big data. Nel progetto “Rete internazionale per la ricerca ecologica a lungo termine in val di Mazia”, per esempio, abbiamo costruito una piattaforma che visualizza quasi in tempo reale dati come: temperatura, umidità, precipitazioni e vento delle diverse stazioni di misura.
"Oggi più che mai la comunicazione scientifica affronta una sfida: da un lato, è necessario prevenire la disinformazione, dall'altro, mantenere il dialogo con chi la pensa diversamente."
Sigrid Hechensteiner
Una volta documentati dati, spetta alla comunicazione raccontarli in modo chiaro e comprensibile.
Hechensteiner: Il che, come si vede in tempi di pandemia e di guerra, è estremamente difficile. Siamo nel bel mezzo di una battaglia di narrazioni che si combatte soprattutto a livello digitale. La rete viene inondata di notizie false o, in casi estremi, alle persone viene negato l’accesso alle informazioni.
"Al momento, l'entusiasmo per l'IA è superiore alle sue possibilità, ma troverà spazio anche nella scienza. E poi dobbiamo porci la questione etica di cosa vogliamo lasciare alle macchine e cosa vogliamo decidere da soli."
Dietmar Laner
Oggi più che mai la comunicazione scientifica affronta una sfida: da un lato, è necessario prevenire la disinformazione, dall’altro, mantenere il dialogo con chi la pensa diversamente. Che ruolo avrà in futuro l’intelligenza artificiale nella raccolta ed elaborazione dei dati in ambito scientifico
Laner: Al momento, il clamore intorno all’IA è superiore alle sue possibilità. In futuro, tuttavia, sarà possibile affidare alle macchine le fasi del processo scientifico. La domanda che dovremo porci è innanzitutto di tipo etico. Quali decisioni o processi di lavoro vogliamo lasciare al software e quali vogliamo continuare ad assumere o portare avanti da soli? Eurac Research utilizza già l’IA nei processi amministrativi. Questo include il sistema di ticketing: un software utilizzato per richiedere servizi interni. L’intelligenza artificiale garantisce che ogni richiesta arrivi al giusto interlocutore.
Hechensteiner: L’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più importante anche nella comunicazione. Nel 2020 è arrivato sul mercato il primo sistema di produzione vocale AI. Il GPT-3, come viene chiamato, è in grado di comporre e integrare autonomamente i testi con minime indicazioni. Il sistema di autoapprendimento è in grado di riprodurre i modelli di pensiero e di argomentazione umani in modo così accurato che risulta difficile distinguere i testi generati dalla macchina da quelli prodotti dall’uomo. Uno strumento meraviglioso per tutti coloro che devono scrivere spesso testi simili – penso ai meteorologi – ma uno strumento preoccupante quando viene utilizzato online dai troll.
Su “Nature” è stato recentemente pubblicato un articolo sull’argomento. Secondo l’autore ci potrebbe essere una perdita di fiducia nella ricerca, se l’IA per la produzione linguistica non verrà regolamentata. Quali sono i vantaggi della digitalizzazione?
Laner: Da un lato, porta un grande aiuto. Oggi siamo in grado di digitalizzare processi amministrativi complessi. Questo ci permette di avere tempo prezioso da investire nella nostra attività principale – la ricerca – e di creare trasparenza. Grazie alla digitalizzazione, la ricerca ha registrato un’enorme accelerazione.
Hechensteiner: Grazie alla digitalizzazione, oggi raggiungiamo molte più persone con la nostra comunicazione. Attraverso il sito web di Eurac Research, i nostri social e blog, possiamo raccontare i risultati della ricerca senza filtri e di prima mano, entrando in dialogo con la società. Solo il numero di webinar è triplicato nell’ultimo anno. Anche in Alto Adige l’interesse per la ricerca è alto, soprattutto tra i giovani; mentre un tempo eravamo percepiti come una torre d’avorio, la digitalizzazione ha aperto molte porte.
Sigrid Hechensteiner
Interprete di conferenza e giornalista scientifica, Sigrid Hechensteiner è sempre stata affascinata dalla traduzione non solo da una lingua all’altra, ma anche da un linguaggio tecnico complesso a storie facilmente comprensibili. Lavora per Eurac Research a progetti di comunicazione dal 1996 e come responsabile della comunicazione dal 2019. Nella vita privata – il marito è canadese – fa la pendolare tra il Québec e l’Alto Adige da 20 anni, con le due figlie e il cane di famiglia. Quando vuole staccare davvero la spina, pagaia in canoa lontano dal wifi nel nord del Canada.
Dietmar Laner
Dietmar Laner ha studiato informatica operativa e medica all’Università di Vienna e fin dall’inizio è stato il responsabile informatico di Eurac Research e unibz. Il suo progetto del cuore è la Rete scientifica dell’Alto Adige che fornisce servizi informatici per promuovere la ricerca d’avanguardia a tutti i partner altoatesini. Al di fuori del lavoro, Dietmar Laner è un appassionato di cucina. Quando non è seduto in una trattoria italiana, gli piace prendere in mano il cucchiaio di legno. Attualmente sta cercando ricreare il gusto della carne nella cucina vegana.