Studio: l’estrazione della torba in Alto Adige produce 15.900 tonnellate di emissioni di CO2 per ettaro all’anno
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Studio: l’estrazione della torba in Alto Adige produce 15.900 tonnellate di emissioni di CO2 per ettaro all’anno
Un gruppo di ricerca di Eurac Research e Università di Innsbruck ha studiato e calcolato il contenuto di carbonio e azoto e le emissioni di metano
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La torba, che si è formata nel corso di migliaia di anni, sequestra fino a un terzo del carbonio del suolo terrestre – il doppio del carbonio sequestrato da tutte le foreste del mondo. Un gruppo di ricerca di Eurac Research, in collaborazione con l’Università di Innsbruck, ha esaminato per la prima volta in modo più dettagliato il contenuto di carbonio e azoto e le emissioni di metano della torba estratta in Alto Adige. Secondo lo studio recentemente pubblicato (https://www.eurac.edu/doi/10-57749-acng-fv67) l’estrazione della torba in Alto Adige produce emissioni per un totale di 15.900 tonnellate di CO2 equivalente per ettaro all’anno (fino a oggi 400.000 tonnellate in totale). Le concessioni attualmente attive causerebbero un’ulteriore emissione di 300.000 tonnellate. In base ai dati calcolati e in linea con il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC), secondo il team di ricerca non dovrebbero essere rilasciati ulteriori permessi per l’estrazione di torba alla scadenza delle concessioni ora attive.
In Alto Adige si estrae ancora torba dalle torbiere della Bassa atesina. Questo fa sì che si perdano importanti serbatoi di carbonio, che diventano fonti di anidride carbonica e contribuiscono direttamente alle emissioni di gas serra e indirettamente ai cambiamenti climatici di origine antropica. Nello studio sono state calcolate le emissioni di gas serra (l’equivalente in CO2 di metano, anidride carbonica e protossido di azoto) e ne è risultato che, per ettaro, all’anno, in Alto Adige vengono emesse circa 15.900 tonnellate di CO2 equivalente. La prima concessione per l’estrazione della torba in Alto Adige è stata rilasciata nel 1979. Da allora, in tutta la provincia, sono stati estratti circa due milioni di metri cubi di materiale torboso su un’area di 40-45 ettari. Per estrapolazione, si calcola che finora siano state emesse circa 400.000 tonnellate di CO2 equivalente. Le concessioni attualmente attive per l’estrazione di torba in Bassa atesina consentono un’estrazione aggiuntiva fino a 1,5 milioni di metri cubi, vale a dire altre 300.000 tonnellate di CO2 equivalente. “La rilevanza climatica di queste emissioni di gas serra derivanti dall’estrazione della torba in Alto Adige è evidente”, afferma Ulrike Tappeiner, responsabile scientifica dello studio. “I risultati di questa ricerca supportano chiaramente quanto stabilito dal Piano per il clima 2024 della giunta provinciale, cioè la prospettiva di non rilasciare nessuna nuova concessione”.
Nel breve periodo, nel fondovalle disboscato della valle dell’Adige l’estrazione della torba crea preziosi specchi d’acqua che ospitano diversi uccelli acquatici e anche due specie anfibie protette dall’Unione europea: l’ululone dal ventre giallo e il rospo smeraldino. “Tuttavia, queste cave di torba non sono adatte per la protezione a lungo termine delle specie minacciate perché gli habitat che creano sono il prodotto di un’attività economica temporanea e non ne è garantita la continuità”, sottolinea Andreas Hilpold, biologo di Eurac Research e coautore dello studio. “Inoltre l’estrazione della torba introduce materiale roccioso non compatibile con il sito; materiale che, per esempio, potrebbe ostacolare la futura rinaturalizzazione della zona”. Secondo Hilpold, invece, si dovrebbero adottare misure per riportare almeno alcuni tratti dell’Adige al suo carattere originario di bosco ripario, per garantire anche a lungo termine un habitat alle specie protette.
La torba altoatesina viene utilizzata principalmente per la coltivazione di funghi in Italia e nei Balcani; solo una piccola parte viene impiegata nell’orticoltura locale. A questi scopi, il gruppo di ricerca suggerisce di ricorrere ad alternative prive di torba per evitare che venga estratta altrove.
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