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07 novembre 23

Per l’innovazione sociale e turistica della val Venosta servono coraggio e senso di comunità

Ripensare i luoghi a Sluderno e Stelvio

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Credit: Eurac Research

Per la quinta volta il ciclo di conferenze Rethinking è stato organizzato in val Venosta. L’edizione di quest’anno ha visto una stretta collaborazione tra il Center for Advanced Studies di Eurac Research e i partner locali BASIS Vinschgau Venosta, la cooperativa di comunità Alta Val Venosta e il progetto del PNRR “Stelvio – Raccontare la resilienza”. Le conferenze a Sluderno e Stelvio sono state dedicate all’innovazione nelle aree rurali e alla necessità di una nuova cultura del turismo. Grazie alla partecipazione attiva della popolazione locale e al coinvolgimento di esperte ed esperti del settore ha avuto luogo un dibattito stimolante e ricco di spunti.

Chi vive nelle aree rurali conosce bene le sfide e i problemi che si delineano: la mancanza di infrastrutture, la fuga dei giovani, le scarse opportunità di istruzione o l’invecchiamento della popolazione, solo per citarne alcune. Nonostante tutto questo, o proprio a causa di questo, le aree rurali hanno il potenziale di diventare innovative e sostenibili garantendo qualità di vita sul lungo termine. Questo messaggio è emerso già il primo giorno della serie “Ripensare i luoghi” che ha avuto luogo presso il Museo della Val Venosta VUSEUM di Sluderno ed è stato aperto da Heiko Hauser, sindaco di Sluderno, Ghali Egger (BASIS Vinschgau Venosta), Michael Hofer (cooperativa di comunità Alta Val Venosta) e Harald Pechlaner, esperto di turismo e direttore del Center for Advanced Studies di Eurac Research. Pechlaner ha sottolineato più volte la necessità di un cambio di paradigma per coinvolgere maggiormente la popolazione attraverso processi partecipativi.

La resilienza di una regione è di importanza cruciale per poter reagire alle crisi acute e ai cambiamenti a lungo termine; questa la tesi di Rike Stotten, sociologa dell’Università di Innsbruck. L’agricoltura, in particolare, svolge un ruolo fondamentale per garantire sicurezza in campo alimentare, stabilizzare l’economia e promuovere la coesione sociale, ha spiegato la relatrice utilizzando gli studi fatti nelle località di Obergurgl e Vent. Il turismo può contribuire alla resilienza quando crea sinergie con altri settori come quello agricolo. Un approccio mono strutturale porta vantaggi economici, ma ciò che rende davvero forte una regione e la sua società è soprattutto la diversità.

Nicole Zerrer, esperta di comunicazione presso il Leibniz-Institut per la ricerca sociale in ambito territoriale, ha fornito un resoconto interessante su come alcuni paesi in Germania, caratterizzati da infrastrutture deboli, si siano aperti alla digitalizzazione. Con il suo progetto di ricerca insieme agli abitanti del luogo ha cercato soluzioni digitali per migliorare la qualità della vita. I risultati ottenuti spaziano dallo sviluppo di un’applicazione specifica per un paese a sessioni di telemedicina per un altro. Durante le fasi dei vari progetti digitali si sono create nuove relazioni sociali anche nel mondo analogico e nuovi spazi in cui sviluppare ulteriori progetti comuni e generare una maggiore attenzione per le aree rurali stesse.

Dopo le presentazioni delle due relatrici è stato chiesto al pubblico di partecipare a una discussione di gruppo sul tema della fuga dei cervelli. Sono stati evidenziati vari fattori, tra cui il ruolo che può avere una narrazione positiva. Non serve a nulla continuare a presentare una zona rurale con tutte le sue debolezze, bisognerebbe invece sottolineare i numerosi vantaggi che una comunità rurale può offrire quando ha fiducia in se stessa. È inoltre importante che le imprese e le aziende della zona siano attive nel reclutare nuovi talenti. Questo potrebbe avvenire direttamente nelle università, nelle scuole secondarie e negli istituti tecnici.

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Credit: Eurac Research

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Michael Hofer, Ghali Egger, Valentin Wallnöfer, Anton Patscheider, Harald Pechlaner, Nicole Zerrer, Rike Stotten e Heiko HauserCredit: Eurac Research

Ambizioni di sviluppo territoriale in Alto Adige – Come fondare una nuova cultura del turismo?

Il programma provinciale per lo sviluppo del turismo in Alto Adige ha scatenato aspre discussioni e critiche. Questo tema è stato sviluppato durante la seconda serata del ciclo di conferenze Rethinking che ha avuto luogo presso la Haus der Dorfgemeinschaft di Stelvio ed è stata inaugurata dal vicesindaco Armin Angerer.

“Si tratta di dare maggiore importanza all’ambiente in cui vivono le persone e di creare uno stile di vita che grazie a innovazione sociale e innovazione della società stessa abbia una valenza per il futuro”, ha dichiarato Harald Pechlaner, direttore del Center for Advanced Studies e direttore scientifico del programma provinciale per lo sviluppo del turismo in Alto Adige 2030+. Sebbene i pionieri del turismo hanno portato prosperità all’Alto Adige, ora sarebbe necessario creare valore tenendo conto anche delle esigenze della popolazione locale. Stelvio si trova di fronte a un compito importante nei prossimi anni, in quanto non dovrà solo risolvere i problemi locali, ma anche divenire precursore dei cambiamenti nella provincia di Bolzano. Il turismo potrebbe anche essere un fenomeno trainante per uno sviluppo sostenibile e resiliente. Affinché ciò avvenga, però, il settore deve dimostrare la volontà di assumersi questa responsabilità. Secondo Harald Gohm, promotore di luoghi e ricercatore presso il Center for Advanced Studies, il successo delle destinazioni turistiche alpine si basa sul coraggio e sull’apertura alle nuove tecnologie. La regione alpina può essere vista come un laboratorio per il futuro in tempi di cambiamenti globali. Ciò che serve è una cooperazione intersettoriale e interdisciplinare e un atteggiamento positivo verso il futuro.

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Credit: Eurac Research

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Giulia Isetti, Armin Angerer, Adrian Gamper, Kurt Sagmeister, Daria Habicher, Heinrich Tumler, Harald Gohm, Harald Pechlaner e Valentin Wallnöfer

Discussione sul programma provinciale per lo sviluppo del turismo in Alto Adige 2030+

Lo sviluppo del turismo nell’area dell’Ortles è stato oggetto del dibattito tra esperte ed esperti di turismo e gli stakeholder. Secondo Adrian Gamper dell’area turistica dell’Ortles il programma provinciale per lo sviluppo del turismo in Alto Adige, con le misure e la visione ivi contenute, avrebbero dovuto essere comunicato in modo più chiaro per riuscire ad essere compreso appieno dal settore turistico.

“Il turismo ha un enorme impatto sociale”, ha sottolineato Heinrich Tumler dalle funivie di Solda. Anche a Stelvio molte persone non se ne sono ancora andate via perché hanno un lavoro nel settore turistico. La val Venosta è ancora lontana dall’overtourism e dagli hotspot turistici. Basti pensare che ci sono località in Alto Adige che hanno lo stesso numero di posti letto dell’intera val Venosta. Anche per questo è difficile applicare un programma unico a tutta la provincia. “Servono principi guida, innovazione e criteri di qualità”, ha affermato Philipp Reinstadler dell'hotel Cristallo. Il turismo è responsabile della prosperità e della sopravvivenza delle comunità locali. Lo sviluppo e la crescita in determinate aree e all’interno di un contesto regolamentato continueranno ad essere importanti.

Kurt Sagmeister di IDM Alto Adige si è rammaricato del fatto che la discussione sulla limitazione dei posti letto abbia messo completamente in ombra gli altri punti del programma. Il turismo nel suo settore ha ormai raggiunto il limite della crescita. Tuttavia, vi sono altri settori in cui potrebbe crescere ancora come ad esempio collaborando con l’agricoltura. Se qualche anno fa il successo si misurava in base numero di pernottamenti, oggi contano il coinvolgimento della popolazione e la cooperazione con altri settori.

Anche il progetto del PNRR “Stelvio – raccontare la resilienza” è stato visto come un’opportunità di incontro e discussione fin dall’inizio, ha sottolineato la socio-economista Daria Habicher. Anche il nesso tra turismo e agricoltura occupa una posizione centrale nelle misure per uno sviluppo locale improntato sulla resilienza. È di fondamentale importanza unire le forze e usare anche stimoli forniti da persone esterne per ottenere nuovi impulsi per il paese di Stelvio. Tra le molte altre iniziative in fieri si annoverano l’istituzione di un programma di residenza per artisti, un albergo diffuso, un mercatino di strada e il rilancio di antichi mestieri.

Il ciclo di conferenze “Ripensare i luoghi” è stato organizzato dal Center for Advanced Studies di Eurac Research in collaborazione con BASIS Vinschgau Venosta, la cooperativa di comunità Alta Val Venosta e il progetto del PNRR "Stelvio – Raccontare la resilienza”. Valentin Wallnöfer, Giulia Isetti, Elisa Piras e Michael de Rachewiltz del Center for Advanced Studies di Eurac Research hanno organizzato il ciclo di conferenze a Sluderno e Stelvio.

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