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Una chiacchierata alla stazione degli autobus di Bolzano
Nell'ambito del progetto “exCHANGE”, la ricercatrice Verena Wisthaler di Eurac Research e l'artista Maria Walcher hanno invitato i passeggeri e le parti interessate a uno scambio di opinioni sulla forza lavoro straniera in Alto Adige.
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Sono venuti a lavorare in Alto Adige perché qui c’è urgente bisogno di loro: le autiste e gli autisti di autobus stranieri – che rappresentano più di un terzo dell’azienda locale SASA – sono al centro di una ricerca performativa condotta dall’artista Maria Walcher e dalla ricercatrice Verena Wisthaler nell’ambito di exCHANGE, un progetto di Eurac Research e l’associazione degli artisti Südtiroler Künstlerbund. Quali caratteristiche sono apprezzate in chi conduce un autobus e cosa si pensa in generale della forza lavoro straniera in Alto Adige? Artista e ricercatrice ne hanno discusso con la cittadinanza mercoledì 7 agosto alla stazione degli autobus di Bolzano. L’incontro è stato aperto a tutte le persone interessate.
Non è stato difficile trovare il luogo dell’incontro nel piazzale della stazione degli autobus di Bolzano: un insieme di sedute blu elettrico – opera di Maria Walcher ispirata al lavoro quotidiano di un lustrascarpe siciliano – segnava il punto in cui si svolgeranno i colloqui. Spettava a chi voleva parlare con lei decidere se sedersi in una posizione più alta o più bassa, se condividere la propria opinione o semplicemente ascoltare ciò che pensavano la ricercatrice e l'artista. L'installazione rappresentava il tema del progetto: la disuguaglianza. “Stiamo analizzando le disuguaglianze nel mercato del lavoro altoatesino dal punto di vista delle autiste e degli autisti di autobus. Questo ci permette di analizzare diverse sfide che stiamo affrontando non solo in Alto Adige, ma in tutta l’Europa occidentale: la necessità di forza lavoro straniera unita ad atteggiamenti negativi nei confronti delle persone provenienti dall’estero e alla discriminazione che subiscono”, spiega Verena Wisthaler, responsabile del Center for migration and diversity di Eurac Research L’essere in movimento, la mobilità e lo scambio culturale sono temi ricorrenti nelle opere e nei progetti artistici di Maria Walcher. “Negli ultimi anni mi sono concentrata sull’importanza del lavoro e sul significato delle persone che svolgono determinate professioni. Nella mia collaborazione con gli autisti e le autiste di autobus, questo si traduce in un dialogo emozionante su livelli molto diversi”, afferma Walcher.
Le conversazioni alla stazione degli autobus saranno parte di un’installazione che sarà esposta al Südtiroler Künstlerbund in autunno. Con il supporto dell’azienda di trasporti SASA, Wisthaler e Walcher hanno già intervistato rappresentanti dell’azienda stessa, autiste e autisti. Le esperienze e le opinioni raccolte confluiranno in un’installazione e in una pubblicazione sul tema.
La ricerca performativa fa parte di uno dei sei tandem del progetto exCHANGE di Eurac Research e del Südtiroler Künstlerbund, in cui ricerca e arte lavorano insieme sul tema della disuguaglianza esplorando le disuguaglianze legate alla maternità, ai cambiamenti climatici e all’accesso all'acqua, reinterpretando i reperti archeologici e osservando i parchi giochi come aree di confine. L’obiettivo di exCHANGE è dimostrare alternative alle pratiche di ricerca tradizionali e sondare nuove possibilità di esplorazione artistica per contribuire a un discorso sociale più ampio e a un mondo più equo.
Gli esiti delle collaborazioni saranno presentati in una mostra nella sede del Südtiroler Künstlerbund a Bolzano. Il vernissage si terrà il 10 ottobre 2024.
Tutti i progetti nell'ambito di exCHANGE:
- Astrid Kofler e Sara Parolari: Border Motherhood
- Ingrid Hora e Elena Maines: Cloud Catcher
- Katharina Mayr e Verena Platzgummer: Gegenplätze
- Maria Walcher e Verena Wisthaler: MY NAME IS HUMAN / thank you dear bus driver
- Luca Trevisani e Fabio Carnelli: Recasting Ötzy. Playing eco-foundational myths
- Silvia Hell e Abraham Mejia Aguilar: THEMIS: an arTistic and researcH approach to raise awarEness about cliMate change that produces InequalitieS